Nuoto

Nuoto, Olimpiadi Tokyo: Paolo Barelli contento, ma ricorda: “Senza contributi veri, non avremo più queste medaglie”

Pubblicato

il

La Nazionale italiana di nuoto ha concluso la propria esperienza alle Olimpiadi di Tokyo e il bilancio è più che confortante. La selezione, per quanto è emerso finora, è la squadra con il maggior numero di medaglie (6) rispetto a tutte le altre spedizioni del Bel Paese che hanno preso parte ai Giochi e sono tuttora impegnate.

Un motivo di soddisfazione in più se si considera che con questo risultato (2 argenti e 4 bronzi) è stato eguagliato il record di Sydney 2000, anche se in quel caso vi furono tre medaglie d’oro. Confortante però il fatto che i podi siano arrivati in specialità nelle quali gli azzurri mai erano riusciti a essere, dando forti segnali di vitalità.

Riscontri che si sono concretizzati nonostante le due punte di diamante della spedizione tricolore non fossero al top: Gregorio Paltrinieri condizionato dalla mononucleosi a un mese dai Giochi e comunque argento negli 800 sl; Simona Quadarella colpita da una fastidiosa gastroenterite a pochi giorni dal via per la capitale giapponese e bronzo nella medesima specialità nonostante tutto.

Per questo, ci sono parole di grande soddisfazione da parte del presidente della Federnuoto Paolo Barelli: “Sei medaglie erano difficili da pronosticare. Noi conoscevamo le difficoltà che avrebbero incontrato Gregorio Paltrinieri e Simona Quadarella; le loro medaglie sono un piccolo miracolo che hanno costruito con talento e personalità. Il nostro è un bilancio molto lusinghiero. Abbiamo delle punte giovani che sbocceranno definitivamente a breve, ma che già hanno mostrato cose importanti. Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso così come Benedetta Pilato sono ragazzi di gran classe, che stanno crescendo molto. Alessandro Miressi sta maturando ed è costantemente tra i migliori al mondo, senza dimenticare Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo, anche loro d’argento con la 4×100 stile libero. La Federnuoto non ha nessun segreto. Questi risultati sono il frutto del lavoro svolto dalle società e dai nostri tecnici. Noi non abbiamo tanti fenomeni come altre potenze, come Stati Uniti, Australia, Cina, Russia; ma siamo in grado di gestire al meglio i nostri talenti e la loro preparazione attraverso sinergie pianificate dallo staff tecnico-federale con allenatori e dirigenti delle società di appartenenza. La squadra ha dato dimostrazione di solidità e compattezza, peccato per qualche quarto posto di troppo, ma ci sta. Federica Pellegrini merita un capitolo a parte. E’ un’atleta straordinaria che ha portato lustro al nuoto e allo sport italiano per 17 anni con prestigiosi successi che si sono trasformati in eccezionale veicolo di promozione e diffusione. A me piacerebbe che partecipasse agli Europei di Roma 2022 nel suo Stadio del Nuoto; se così non fosse la federazione sarà sempre disponibile per parlare di un futuro insieme fuori dalla piscina. Sarebbe un’ambasciatrice perfetta“, le parole del n.1 della FIN (Fonte: sito ufficiale della Federnuoto).

Barelli, però, vuol ricordare il momento molto difficile vissuto dai gestori degli impianti a causa della pandemia, sollecitando lo Stato a intervenire in soccorso delle attività con contributi decisamente più convincenti di quelli attuali: “Ci tengo comunque a sottolineare che questi risultati non devono e non possono coprire le enormi difficoltà che affrontano quotidianamente le società che sono artefici della pratica motoria in Italia. E’ fondamentale ricordare che senza contributi veri da parte dello Stato agli impianti, alle società, queste medaglie e questi successi non si vedranno più. Negli ultimi 18 mesi le società hanno compiuto enormi sacrifici economici e organizzativi per consentire ai nostri campioni di allenarsi; ma dietro di loro ci sono milioni di italiani che non vanno più in piscina, dai bambini agli anziani. Per consentire a società e impianti di restare aperti non basterà l’elemosina. Deve esserci una strategia economica per sostenere lo Sport, perché in Italia lo sport è possibile solo grazie alle società. Stiamo rischiando di perdere una generazione di atleti e di crescere i nostri ragazzi sul divano. Senza la base non possono nascere i campioni che fanno esultare ed emozionare. In questo periodo ho ascoltato tante chiacchiere. Mi aspetto concretezza“.

Foto: LaPresse

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version