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Olimpiadi, pagelle Italia 2 agosto: Roberta Bruni il flop del giorno. Brilla Nadia Battocletti

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PAGELLE ITALIA OLIMPIADI 2 AGOSTO

Tommaso Chelli e Riccardo Mazzetti (tiro a segno), 5: restano molto distanti dalla zona qualificazione nella pistola automatica da 25 metri. Le possibilità, a dire il vero, erano già compromesse dopo la prima serie di ieri.

Marco De Nicolo (tiro a segno), 6: non raggiunge l’atto conclusivo nella carabina 3 posizioni, ma a quasi 45 anni ottiene un più che discreto 19° posto.

Lorenzo Bacci (tiro a segno), 5: a differenza di De Nicolo chiude 30°, ma risultando poco incisivo in tutte e tre le posizioni previste nella gara (in ginocchio, in piedi ed a terra).

Filippo Randazzo (atletica), 6,5: un 8° posto alle Olimpiadi non è da tutti. Il siciliano avrebbe dovuto migliorare di 9 cm il proprio primato personale per conquistare una medaglia. Non era impossibile.

Gaia Sabbatini (atletica), 6,5: ennesima esponente della nouvelle vague italiana. Centra una convincente qualificazione per le semifinali dei 1500 metri, con personalità.

Federica Del Buono (atletica), 5,5: manca l’accesso alla semifinale dei 1500 metri. Questa ragazza sta provando con fatica a rimettersi in carreggiata: si trattava di un grandissimo talento, prima che una lunga serie di infortuni a catena la costringesse a rimanere ferma ai box per diverse stagioni. A 26 anni c’è tempo per riprovarci.

Dalia Kaddari e Gloria Hooper (atletica), 6: per entrambe la semifinale dei 200 metri era l’obiettivo massimo ed è stato raggiunto.

Francesca Genzo (canoa velocità), 7: si qualifica in maniera diretta per la semifinale con una prestazione convincente. Ha le carte in regola per provare a realizzare il sogno dell’atto conclusivo, mentre le medaglie sembrano oggettivamente distanti nel K1 200 metri.

Samuele Burgo (canoa velocità), 6: disputa il K1 1000 metri come una sorta di riscaldamento in vista del K2 con Luca Beccaro. Approda alla semifinale al secondo tentativo, non destando una grande impressione.

Settebello (pallanuoto), 7: altro pareggio, questa volta con l’Ungheria. Un secondo posto nel girone che però costa carissimo, perché gli azzurri troveranno ai quarti di finale la Serbia: il peggior accoppiamento possibile.

Italia volley femminile, 5: sembrava un girone già vinto, invece sono maturate due sconfitte consecutive con Cina (già eliminata…) e Stati Uniti. Morale della favola: il 2° posto nel raggruppamento ha messo le azzurre nelle mani del fato ed il sorteggio, puntualmente, ha riservato loro la Serbia! Andrà in scena dunque la rivincita della finale dei Mondiali 2019. Ed oggi, come allora, la selezione tricolore non partirà favorita, avendo palesato sin qui grande discontinuità e, soprattutto, evidentissime lacune in ricezione che Boskovic e compagne potrebbero punire. La Nazionale di volley femminile italiana non ha mai superato lo scoglio dei quarti di finale ai Giochi. C’è il rischio che la maledizione possa perpetuarsi.

Lorenzo Marsaglia (tuffi), 6: disputa una buona gara, ma resta il secondo degli esclusi dalla semifinale dei 3 metri. Un vero peccato.

Inseguimento a squadre maschile (ciclismo su pista), 7.5: Filippo Ganna e compagni approdano al secondo turno con il 2° tempo assoluto, a soli 8 decimi da una Danimarca fortissima, ma non imbattibile. Gli azzurri, inoltre, danno la sensazione di poter ulteriormente progredire nel corso della manifestazione.

Inseguimento a squadre femminile (ciclismo su pista), 7,5: il quarto posto non era affatto scontato alla vigilia e testimonia la crescita costante di un gruppo molto giovane. La medaglia resta più un sogno che un reale obiettivo, ma a Parigi queste ragazze potrebbero presentarsi da favorite.

Lupo-Nicolai (beach volley), 8: superano 2-0 i temibili polacchi Bryl/Fijalek ed accedono ai quarti di finale. Gli azzurri hanno lo sguardo giusto, sono carichi e determinati più che mai. Non sono favoriti, ma proveranno a stupire sino in fondo come a Rio 2016.

Nazionale italiana di completo (equitazione), 7: confermato il settimo posto a squadre anche dopo l’ultima prova di salto ad ostacoli. Una buona Olimpiade, in cui il sogno (remoto) di una medaglia era già sfumato dopo il pessimo dressage.

Vanessa Ferrari, 10 e lode: un altro esempio di testardaggine e caparbietà, come già ieri Gianmarco Tamberi. E’ caduta, si è spezzata tante volte, si è sempre rialzata. Niente e nessuno avrebbe potuto infrangere il suo sogno di una vita. Alla quarta partecipazione olimpica, dopo i quarti posti di Londra 2012 e Rio 2016, arriva finalmente la sospirata medaglia: uno stupendo argento al termine di una prestazione magistrale al corpo libero. Nessuno meritava più della bresciana questa immensa soddisfazione, si è chiuso un cerchio.

Daisy Osakue (atletica), 5: dopo il record italiano nelle qualificazioni, arriva spenta ed appagata nella finale del lancio del disco, concludendo ultima e rimanendo anche sotto quota 60 metri.

Ala Zoghlami (atletica), 6,5: conduce una gara gagliarda e conclude in nona posizione la finale dei 3000 siepi.

Ahmed Abdelwahed (atletica), 5,5: meno incisivo rispetto a Zoghlami, chiude 14° con un crono che non lo soddisfa.

Nadia Battocletti (atletica), 8: disputa una finale dei 5000 metri strepitosa, rimanendo sempre nel gruppetto di testa ed alzando bandiera bianca solo in vista del cambio di ritmo decisivo. Termina settima, sfiorando anche di 2 secondi il record italiano di Roberta Brunet. Stiamo parlando di una ragazza di 21 anni decisamente talentuosa: chissà che in futuro un’azzurra non possa rivaleggiare ad armi pari contro l’armata africana.

Davide Re (atletica), 6,5: per la prima volta in stagione scende sotto il muro dei 45″ nei 400 metri, ma non basta per arpionare una finale di livello stellare. Ci ha provato, bravo.

Yadisleidis Pedroso e Linda Olivieri (atletica), 6: niente da fare per l’atto conclusivo, ma avevano già raggiunto il loro traguardo massimo con la semifinale nei 400 ostacoli.

Elisa Molinarolo (atletica), 6: una gara dignitosa nel salto con l’asta, nella quale a tratti è anche stata in lizza per raggiungere la finale.

Roberta Bruni (atletica), 4: vanta un personale di 4,70 nel salto con l’asta (record italiano), non va oltre quota 4,25. Nel passato recente controprestazioni simili erano la norma per gli azzurri dell’atletica, per fortuna sono diventate l’eccezione.

Cerruti-Ferro (nuoto artistico), 7,5: davvero un’ottima prestazione nei preliminari del duo, a pochi millesimi dal quinto posto del Canada. In finale si potrà andare a caccia di un risultato prestigioso e storico, fermo restando che, come da copione, le medaglie sono sempre off-limits per l’Italia in questo sport da giuria e con gerarchie difficilmente scalfibili.

Foto: Lapresse

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