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Stefano Mei: “Sicuro del successo della 4×100, vedo Tortu sui 200. 7 milioni di contributi? Ora vinciamo, cifra da rivedere”

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L’Italia dell’atletica leggera ha vissuto delle Olimpiadi semplicemente trionfali: 5 medaglie d’oro (in passato ci si era fermati massimo a 3), successi incredibili nei 100 metri e con la 4×100, un movimento esploso nell’evento sportivo più importante dell’ultimo lustro. Stefano Mei, Presidente della Fidal, ha analizzato i risultati ottenuti a Tokyo 2020 in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport: “Non avrei mai potuto immaginare che i nostri ragazzi avrebbero riscritto la storia dello sport italiano. La svolta in quei dieci minuti del 1° agosto con le due strepitose vittorie di Tamberi e Jacobs. Hanno dato impulso a tutta la squadra“.

L’ex Campione d’Europa dei 10000 metri confessa di essere intervenuto in una scelta tecnica ai Giochi: “L’ho fatto solo una volta per la 4×100. La sera prima ero in camera con Antonio La Torre: ho chiesto che la staffetta corresse la semifinale senza rischiare nei cambi, perché poi avremmo vinto noi. Il successo di Jacobs ha spinto Tortu a mettersi alle spalle tutte le sfighe degli ultimi tempi, Covid compreso. Sono stato atleta anch’io e capisco quando all’improvviso diventi il numero 2, ma Filippo ha tante qualità morali e un rapporto fantastico col papà. Non sono un tecnico, ma a Parigi 2024 lo vedo sui 200“.

Stefano Mei è alla guida della Fidal da appena sei mesi ed è consapevole che i risultati ottenuti non sono soltanto merito suo: “So troppo bene che questi risultati sono il frutto del lavoro degli ultimi due anni, ma rivendico di aver portato serenità e sorrisi. Armonia è la parola chiave.

Naturalmente si deve già pensare al futuro e il numero 1 dell’atletica tricolore ha già un suo piano: “La scaletta delle cose da fare è semplice: primo sfruttare questi successi facendo promozione verso i giovani; secondo mettere nelle migliori condizioni non solo i medagliati e i finalisti, ma tutti quelli sui quali puntare fino a Parigi 2024 e oltre, anche chi per un motivo o l’altro non è andato a Tokyo. Incontrerò La Torre per impostare il lavoro dei prossimi tre anni, investendo sui tecnici, dalle periferie al centro. Non voglio importare allenatori dall’estero, ma mettere i nostri in condizione di crescere professionalmente. Dobbiamo allargare la base degli allenatori e frenare la fuga verso sport più remunerativi, tipo volley e calcio“.

Per realizzare certi progetti avranno un’importanza capitale i soldi e i contribuiti da Sport e Salute. Si parla di 7 milioni di euro, ma Stefano Mei chiarisce subito: “Queste erano cifre riconosciute quando vincevamo zero medaglie. Ora mi aspetto che vengano ampiamente riviste“.

Foto: Fidal

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