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Tennis, è tornato il ranking ‘classico’. Come può cambiare la classifica dopo gli US Open. Thiem, Nadal e Federer perderanno tanti punti…

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Con il Masters 1000 di Cincinnati è tornato anche il ranking ATP secondo il suo funzionamento normale, benché ancora per certi versi condizionato dalle vicende Covid-19. Quali che siano i punti da difendere provenienti dal 2019 o dal 2020, infatti, tutti i giocatori stavolta saranno costretti a dover cedere i loro bottini guadagnati secondo le regole classiche, qualora il risultato di un torneo non eguagliasse quello dell’edizione precedente considerata.

Il problema si va a ripercuotere su una notevole quantità di big. In particolare, però, sono tre a dover tenere l’occhio molto vigile: Dominic Thiem, Rafael Nadal e Roger Federer, che hanno già chiuso con largo anticipo il 2021 per differenti ragioni, benché tutte provocate da un fisico quantomeno ballerino. Ed è proprio su di loro che ci si va a concentrare in questa sede, benché sia evidente come numerosi tennisti debbano ricominciare a guardarsi fortemente le spalle (per informazioni chiedere già in questo lunedì a Goffin, Raonic, Nishioka e soprattutto Gasquet).

L’austriaco, in particolare, è già certo di perdere tutti i 2000 punti della vittoria agli US Open 2020, il suo più grande successo fino a questo momento. A uscire saranno anche gli 800 punti della finale delle ATP Finals 2020, i 500 rimasti di Indian Wells 2019 (un’altra delle situazioni regolamentari molto discusse dell’ATP, la riduzione a metà dei punti conquistati nel 2019 qualora non fosse stato possibile migliorarli nel 2021 fino a Cincinnati) e altre cambiali sparse per il finale di anno. In una simile situazione la sua permanenza nella top ten è estremamente difficile, per non dire impossibile.

Per quanto riguarda lo spagnolo, invece, il discorso è presto fatto: via i 2000 punti degli US Open 2019 (che non ha giocato l’anno successivo), via i 400 delle Finals 2020 e via anche i 500 dei successi a Pechino e Vienna nel 2019, rimanendo sui risultati più importanti di queste ultime due annate. Vale per lui lo stesso discorso di Thiem, e in aggiunta va detto che, dal momento che Nadal è top ten dal 2005, potrebbe svanire la rincorsa al record di permanenza tra i primi dieci attualmente detenuto da Roger Federer, mentre è già suo quello delle settimane consecutive tra i primi 10 (831 al momento, meglio anche di Jimmy Connors).

Lo svizzero, invece, dai primi dieci uscirà sicuramente: a differenza di Thiem, che ha 6995 punti, e Nadal, che ne ha 7815, per lui ce ne sono 4215, in parte totale frutto del 2019 visto che nel 2020 ha giocato solo in Australia. Va semmai detto che proprio un’eventuale non partecipazione a Melbourne, che appare opzione realistica visti i tempi e i modi prospettati da Federer di un rientro, ammesso che ci sia, darebbe un deciso colpo di grazia alla sua classifica visto che difende la semifinale (720 punti) di quell’inizio anno. Fino a fine anno, invece, per paradosso i punti in scadenza non sono neanche troppi rispetto agli altri due giocatori (i dati sono tutti riferiti al 2019): 500 di Basilea (che quest’anno non si giocherà), 400 delle ATP Finals, 180 degli ottavi agli US Open, 180 anche dei quarti a Shanghai.

Foto: LaPresse

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