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Tennis, Olimpiadi Tokyo. Alexander Zverev domina Karen Khachanov e si mette al collo l’oro olimpico

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Dopo i due successi di Andy Murray, arriva il momento di Alexander Zverev. Il numero 5 del mondo si mette al collo la medaglia d’oro del torneo di tennis maschile dominando la finale con Karen Khachanov, che ha progressivamente perso tutte le sue certezze nel proprio gioco. Un 6-3 6-1 rapido, dovuto anche alla lucidità del tedesco, apparso in una delle sue migliori versioni della carriera: tanto acume tattico, molta precisione sia con il dritto che con il rovescio, seconda di servizio che non è più un tallone d’Achille. L’oro olimpico si aggiunge a quattro Masters1000 e le ATP Finals del 2018: un bottino non disprezzabile per un ragazzo di 24 anni. Ora questo torneo a cinque cerchi potrebbe funzionare come il definitivo sblocco mentale per lui, proprio come successe a Murray nove anni fa.

Ci vogliono tre giochi per rendere noto chi tra i due giocatori soffre di più la pressione in questa finale. O almeno, chi è più centrato. Zverev si issa subito al comando grazie al suo dritto ficcante, con cui ottiene tre dei quattro punti validi per il break. Inizialmente la testa di serie numero 4 non soffre nei turni al servizio, anche grazie ad una buona giornata al rovescio, ma sappiamo come un momento di vuoto possa arrivare: nel sesto gioco arrivano quattro errori di dritto che consentono a Khachanov di agognare l’aggancio, ma rimarrà una pia illusione a causa della prima di servizio del tedesco. Che si procura due palle set nel nono gioco: la prima annullata, la seconda causata da un errore in volée del russo, che si ritrova ad inseguire.

E la perdita del primo set si fa sentire immediatamente sulla psiche di Khachanov, che appare molto più in difficoltà e non riesce ad ottenere punti facili al servizio. Zverev arriva su ogni palla, risponde sempre in maniera profonda e quando ha la possibilità infila dei colpi da fondo con angolazioni strettissime. Arriva subito il break, con il tedesco che domina in lungo e in largo mentre il suo avversario è oramai scoraggiato e fuori dalla partita. Si aspetta solo il momento in cui il numero 4 del tabellone verrà incoronato campione olimpico, e arriva in breve tempo, con Zverev che vedendo il recupero avversario infrangersi in rete si inginocchia sul cemento di Tokyo, conscio di aver appena conquistato la vittoria forse più importante della sua ancor giovane carriera. Con la volontà di aggiungerne ancora altre.

Una resa al servizio molto importante per il numero 4 del tabellone, che concede undici punti nei propri turni di servizio (26/31 con la prima, 8/14 con la seconda), una sola palla break nel primo set e aggiunge anche sei ace al lotto. Emblematica la differenza tra vincenti e non forzati: Zverev (autore di un ottimo 12/14 a rete) forza di più, sbaglia di più ma è più produttivo, chiudendo con un positivo 22/15, mentre il russo è molto più passivo, con soli sette vincenti a fronte di undici errori.

Foto: LaPresse

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