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Tiro a volo, i giovani dell’Italia verso Parigi 2024. Tante promesse nel trap, mancano ricambi nello skeet femminile

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Le Olimpiadi di Tokyo vanno messe alle spalle, perché all’orizzonte – e in maniera tutto sommato non troppo lontana – ci sono i Giochi di Parigi 2024. E’ un tiro a volo che si lecca le ferite quello italiano, una sola medaglia (d’argento, nello skeet femminile grazie a Diana Bacosi, ndr), ma che non vede l’ora di tornare in pedana per riscattarsi nel prossimo, strano, triennio.

In tanti hanno parlato di rinnovamento: ma quali sono i nomi spendibili nelle varie specialità del programma olimpico? Andiamo ad analizzarli cercando di capire che futuro potranno avere.

TRAP
Maschile
Mauro De Filippis, Daniele Resca e Valerio Grazini dovrebbero essere i tre riferimenti iniziali del comparto, ma attenzione perché dietro di loro Lorenzo Ferrari (1999) e Matteo D’Ambrosi (2003) non vedono l’ora di far vedere quello di cui sono capaci, magari guadagnandosi da subito qualche convocazione in Coppa del Mondo fra i “Big”. I movimenti in formazione potrebbero non mancare verso la kermesse transalpina.

Femminile
Silvana Stanco sicuramente e Jessica Rossi, nonostante tutto quello che sia successo a Tokyo, che inevitabilmente andrà analizzato, partono in prima fila fra le “Ladies”, ma attenzione perché un trittico di nomi insidia la loro titolarità: la pugliese Maria Lucia Palmitessa (1998), che in questo momento sembra essere quella più in rampa di lancio, l’umbra Fiammetta Rossi (1995), già schierata diverse volte in Coppa del Mondo e quindi con una discreta dose di esperienza già maturata, e non da meno Erica Sessa (1998), la campana che a livello giovanile ha vinto molto, in particolare nel 2018, e che potrebbe essere in grado di affermarsi anche fra le seniores.

SKEET
Maschile
Gabriele Rossetti (1995) e Tammaro Cassandro (1993) hanno un’età che per il tiro a volo è ancora “molto verde”: la cosa strana, paradossalmente, è che dovranno fare forse più attenzione agli esperti Luigi Lodde (1980) e Riccardo Filippelli (1980), piuttosto che a Elia Sdruccioli (1998), il quale però ha fatto vedere a più riprese, almeno nelle categorie giovanili, di avere quella mentalità vincente che potrebbe essere buon viatico per il salto nel mondo dei grandi.

Femminile
Diana Bacosi e Chiara Cainero compiranno insieme la volata verso Parigi 2024, ma alle loro spalle, anche per il posto Giochi francesi, chi c’è? La situazione non è forse delle migliori e i ricambi spendibili appaiono un po’ tirati.

In questi anni il “terzo violino” è stato rappresentato con stabilità da Chiara Di Marziantonio (1995), che però non è sembrata avere quel pedigree assoluto per essere al livello dell’umbra e della friulana: e allora perché non provare ad allargare la rosa puntando magari su Giada Longhi (2001)? La rietina, Martina Bartolomei (1990) a parte, dovrà iniziare a fornire risposte sui suoi standard e sui suoi punteggi fra Grand Prix internazionali e magari anche qualche prova di Coppa del Mondo assoluta per capire se potrà essere protagonista sulla scena internazionale.

In buona sostanza, il movimento è in salute, al netto del risultato ottenuto a Tokyo. La FITAV dovrà lavorare sui risultati e sulla programmazione, in maniera tale che a Parigi 2024 si possa tornare sugli abituali standard di qualità. Le basi e il metodo di lavoro ci sono tutti, affinché quella vissuta in Giappone sia stata solo una brutta battuta d’arresto e nulla più.

FOTO: FITAV

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