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US Open 2021, i favoriti. Novak Djokovic in pole, Matteo Berrettini ci riprova. Occhio a Zverev

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Nel tennis mondiale esistono delle certezze, e molte di queste riguardano il calendario. I grandi tornei hanno il loro posizionamento da cui non verranno schiodati (tranne casi straordinari, come una pandemia): tra questi c’è ovviamente l’US Open, quarto ed ultimo torneo dello Slam di questo 2021 che sta dirottando il mondo della racchetta verso la normalità. Fra le assenze di peso, un nome sopra tutti vorrà essere protagonista sul cemento di Flushing Meadows: ovviamente, parliamo di Novak Djokovic.

Per il numero uno al mondo c’è l’occasione, probabilmente irripetibile vista l’età che avanza, di entrare nella leggenda chiudendo il Calendar Grand Slam ed entrando nell’esclusivissimo circolo comprendente i soli Don Budge e Rod Laver. Il serbo è il favorito numero uno, pensando anche al livello di gioco espresso fino a Wimbledon; ai Giochi Olimpici però Djokovic è scoppiato nella semifinale con Alexander Zverev, chiedendo forse troppo al suo fisico. L’eventuale logorio fisico può essere il grande ostacolo fra lui e l’ingresso nella storia.

A vestire i panni del villain sarà, con tutta probabilità, proprio Zverev, colui che alle Olimpiadi ha conquistato la medaglia d’oro. Il successo di Tokyo potrebbe rappresentare quel passo decisivo per la sua evoluzione, da grandissimo giocatore a campione del presente e del futuro tennistico; a confermare la tesi c’è il successo di Cincinnati, quinto Masters1000 della sua carriera. Ora manca solo uno Slam per la definitiva consacrazione, quello sfiorato lo scorso anno negli Stati Uniti.

A comporre una ipotetica seconda fila ci sono Daniil Medvedev e Andrey Rublev: il numero 2 del mondo ha completato una soddisfacente campagna pre-US Open con il successo a Toronto e la semifinale a Cincinnati, mentre il secondo, reduce dalla finale in Ohio, vorrà necessariamente fare un passo in più. E Matteo Berrettini?

Il romano lo piazziamo in quinta posizione assoluta, affiancato da Stefanos Tsitsipas. Per il finalista di Wimbledon il rientro in campo non è stato semplice: a Cincinnati si è visto sia con Albert Ramos-Vinolas sia con Felix Auger-Aliassime che aveva ancora un po’ di ruggine da togliersi da dosso, con errori grossolani soprattutto con il dritto. Piccolo campanello d’allarme, ma anche al rientro dall’infortunio patito durante l’Australian Open Matteo giocò una partita di basso livello a Montecarlo con Alejandro Davidovich Fokina per poi carburare con il successo a Belgrado e la finale di Madrid. E poi, l’azzurro ci terrà a fare bene lì dove la sua carriera ha spiccato il volo due anni fa, ancor più convinto dei suoi mezzi dopo l’ultimo atto a Londra.

 

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