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Volley femminile, Europei 2021: le convocate dell’Italia ai raggi X

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E’ incognita ricezione per l’Italia che si appresta ad affrontare l’avventura dell’Europeo in Serbia, Croazia, Bulgaria e Romania. Per la prima volta nella gestione Mazzanti la squadra azzurra si presenterà al via di una grande manifestazione senza almeno una delle sorelle Bosetti che della ricezione sono grandi specialiste e assicurano equilibrio al gioco della formazione azzurra e rifornimenti precisi alla palleggiatrice di turno. L’infortunio a Caterina Bosetti che ha caratterizzato  la brevissima marcia di avvicinamento all’Europeo con conseguente chiamata per Sofia D’Odorico, rischia di cambiare le carte in tavola per un’Italia che dovrà per forza fare i conti con le percentuali in ricezione.

Conti che escludono (almeno a tavolino) l’utilizzo contemporaneo delle due giocatrici di banda che invece danno più rassicurazioni a livello di percentuali di attacco, Myriam Sylla ed Elena Pietrini. Magari qualche prova nelle fasi di qualificazione verrà anche fatta in questo senso ma con le due giocatrici che più hanno sofferto in ricezione a Tokyo in campo per le battitrici avversarie ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta. La soluzione di equilibrio potrebbe essere rappresentata da Alessia Gennari, che appare la candidata numero uno a sostituire Caterina Bosetti come elemento di equilibrio: buone qualità in seconda linea e discreta efficacia sia a muro che in attacco, mentre di Sofia D’Odorico va verificata la condizione atletica dopo un mese di stop: qualora ci sia la forma anche lei potrà tornare utile nei momenti di difficoltà o per dare respiro alle titolari, quando le avversarie non saranno di primissimo livello.

Il nodo palleggiatrice resta. Ofelia Malinov e Alessia Orro non hanno reso per quanto si poteva attendere nelle partite decisive a Tokyo e probabilmente l’incertezza sui ruoli non ha giovato a nessuna delle due: Malinov in campo con la mannaia della sostituzione sulla testa e Orro che quasi mai, salendo dalla panchina, è riuscita a cambiare le sorti dell’incontro, con un gioco meno spumeggiante e più scontato del solito. Questa per loro è un’occasione di riscatto immediata. Le partite della vita, sia chiaro, erano altre ma c’è bisogno di ritrovare la strada maestra perché il rischio è che questa carenza di alzatrici si possa ripercuotere sul futuro di una delle Nazionali azzurre più forti di sempre. Malinov e Orro non sono sicuramente fra le prime alzatrici della classifica mondiale ma non sono nemmeno così lontane dal top: con meno pressione sulle spalle e con ruoli un po’ più definiti, hanno una buona possibilità di dimostrarlo.

Anche al centro, uno dei ruoli meno problematici della gestione Mazzanti, qualche difficoltà è emersa a Tokyo. Non sempre le cose hanno funzionato alla perfezione a muro e probabilmente Sarah Fahr, al primo vero appuntamento internazionale da titolare, ha reso meno di quanto ci si potesse aspettare in entrambi i fondamentali di competenza. L’ingresso di Bonifacio per una Folie ancora alle prese con problemi fisici, potrebbe aggiungere qualcosa soprattutto a muro nei momenti chiave degli incontri importanti ma è da Danesi, Chirichella e Fahr che si attende il cambio di passo rispetto ai Giochi.

Paola Egonu è una delle osservate speciali di questo Europeo. A Tokyo ha fatto fatica, se ne sono accorti tutti: vuoi per le tipologie di palla che arrivavano, vuoi perché ancora di più del solito le squadre avversarie le hanno riservato una marcatura speciale, vuoi perché la pressione della vigilia l’ha portata spesso ad andare oltre i suoi limiti, a cercare il colpo risolutivo al confine del possibile andandosi a immettere in una strada tortuosa che non ha portato da nessuna parte. Per lei questo Europeo è importante, soprattutto per ritrovare quel sorriso e quella verve che le hanno permesso di diventare la numero uno al mondo (i Giochi Olimpici, da questo punto di vista, non possono aver cambiato repentinamente gli equilibri e aver cancellato quello che l’opposta azzurra aveva fatto nella stagione di Club appena conclusa.

La curiosità riguarda semmai la compagna di reparto di Egonu, Sylvia Nwakalor, giocatrice dalle caratteristiche più simili alla opposta di Conegliano rispetto a Sorokaite, sulla quale Mazzanti potrebbe puntare negli eventuali momenti di appannamento di Egonu (insostituibile a Tokyo per via del suo indiscutibile peso offensivo) in attacco. Nwakalor potrebbe fungere da stimolo ma anche da rete del trapezista per una Egonu che, forse, in questo momento ha bisogno di essere deresponsabilizzata e anche quel grammo di peso in meno potrebbe essere quello che fa scattare la molla giusta.

Nel ruolo di libero ancora più rispetto al solito, Monica De Gennaro si dovrà sobbarcare un lavoro pesantissimo, vista l’assenza della sua “collega” di ricezione e grande specialista dei fondamentali di seconda linea Caterina Bosetti. Rispetto a Tokyo il libero di Conegliano avrà al suo fianco Beatrice Parrocchiale che ogni tanto potrebbe concederle un po’ di pausa oppure affiancarla nel difficile compito di addomesticare le bordate che arrivano dalla parte opposta.

Foto Fivb

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