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Ciclismo
Vuelta a España 2021, Damiano Caruso meritava più considerazione. A quasi 34 anni è in fase ascendente
Damiano Caruso sta vivendo di gran lunga la miglior stagione della carriera. Dopo il secondo posto al Giro d’Italia, preceduto dal solo Egan Bernal, oggi il siciliano ha vinto la nona tappa della Vuelta a España 2021 grazie ad una splendida impresa, culminata con l’arrivo in solitaria sull’Alto de Velefique.
E’ interessante notare come Mikel Landa, capitano designato della Bahrain-Victorious, abbia tagliato il traguardo con 5’04” di ritardo dal compagno di squadra, peraltro perdendo anche quattro minuti dalla maglia roja Primoz Roglic.
La compagine araba aveva infatti investito del ruolo di leader un Landa che ha ottenuto in carriera un solo podio in un grande giro, peraltro ormai decisamente datato: il 3° posto al Giro d’Italia 2015. Da allora non sono mancati piazzamenti di spicco, come le quarte piazze al Tour de France 2020 ed alla Corsa Rosa 2019, tuttavia l’iberico non ha mai compiuto quell’ultimo guizzo per diventare un corridore vincente. Quest’anno aveva messo nel mirino il Giro d’Italia, ma una sfortunata caduta lo estromise sin dalla quinta tappa. Alla Vuelta il verdetto è stato impietoso, con una classifica ormai compromessa.
Nelle tappe precedenti Damiano Caruso ha lavorato a fondo per Mikel Landa con professionalità e dedizione. Nonostante il podio al Giro, con grande umiltà ha accettato il ruolo di gregario imposto dalla squadra: la lealtà rappresenta un valore innato per il siciliano. Nel mettersi a disposizione del capitano, tuttavia, diversi minuti sono volati via, e con essi anche le velleità di ambire nuovamente alla top5 come già accaduto nel maggio scorso.
Forse si sarebbe potuta concedere maggiore fiducia all’italiano, garantendogli magari un ruolo da seconda punta ed attendendo poi il verdetto della strada. Lo avrebbe certamente meritato un Damiano Caruso che è entrato in una nuova dimensione dopo le splendide ed inattese prestazioni al Giro d’Italia, dove ha dimostrato di poter affrontare con fondate ambizioni una corsa a tappe di tre settimane. Attenzione a non dare troppo peso all’età. Caruso compirà 34 anni ad ottobre, Landa 32 a dicembre. Tuttavia la sensazione è che il siciliano sia in una fase ascendente della carriera, con la concreta possibilità di vivere almeno un altro paio di stagioni da protagonista (se gliene sarà data l’opportunità…); l’iberico, al contrario, sembra ormai aver scavallato da tempo l’apice del proprio cammino.
La Vuelta, ad ogni modo, è ancora lunga. Non è escluso che Damiano Caruso, regolarista eccezionale, possa ancora farcela ad agganciare la top10: al momento è 15° a 5’35” da Roglic, ma con 12″ sull’ormai ex-capitano Landa. Va detto che la Bahrain-Victorious è ‘caduta in piedi’: attualmente l’australiano Jack Haig occupa infatti una sorprendente quarta piazza a soli 21″ dal podio, mentre l’emergente svizzero Gino Mader è 12°. Il ruolo di Damiano Caruso, dunque, ben difficilmente cambierà: l’italiano sarà al servizio delle nuove punte di una compagine dalle gerarchie ribaltate. L’obiettivo della maglia a pois di miglior scalatore, indossata proprio quest’oggi, in questo senso appare complicato, perché il siciliano rischia di godere di ben poca libertà nelle prossime frazioni. Damiano Caruso ha ancora qualcosa da dare al ciclismo ed il secondo posto del Giro d’Italia non è stato frutto del caso. L’auspicio è che l’età non diventi una discriminante per un corridore che, a suon di risultati, si è conquistato con pazienza una nuova considerazione.
Foto: Lapresse