Ciclismo
Vuelta a España 2021, Fabio Aru: l’uomo prima del ciclista. Ritrova il sorriso, arriverà una stoccata prima del ritiro?
Più che la vittoria o il risultato di spicco, forse Fabio Aru inseguiva il sorriso e la gioia interiore. Dopo tre anni estremamente difficili, non soltanto per quanto concerne le prestazioni in strada ma anche per problemi fisici e criticità di vario genere, il sardo aveva bisogno di trovare quella pace dei sensi che sembrava inafferrabile. Un sorriso finalmente ritrovato, per sua stessa ammissione, in quegli ultimi mesi con la Qhubeka.
Una squadra che gli ha dato fiducia e che non gli ha messo pressione, dove il 31enne si è sentito a casa e dove è riuscito a rigenerarsi come sperava. Il ribattezzato Cavaliere dei Quattro Mori ha chiuso un cerchio e forse era quello che desiderava maggiormente, tanto da maturare la decisione di ritirarsi definitivamente dall’agonismo. Tra tre settimane, al termine della Vuelta di Spagna, il ciclismo sarà soltanto un capitolo chiuso della vita di Fabio Aru, che potrà concentrarsi così su altre priorità.
L’uomo prima del ciclista. Il sorriso conta davvero più di un ruggito in bicicletta, ma siamo convinti che un atleta col suo passato voglia lasciare il segno prima di appendere la bicicletta al chiodo. Vincitore della Vuelta 2015, due volte sul podio al Giro d’Italia, quinto al Tour de France 2017 (indossando la maglia gialla e spaventando Chris Froome): sono risultati che non possono essere dimenticati e che vanno sempre ricordati quando si parla di Fabio Aru, il quale ha ricevuto un sacco di messaggi di affetto e di stima negli ultimi giorni, un’altra iniezione di serenità ed energia viva per ampliare il sorriso di cui ha sempre avuto enorme bisogno.
L’alfiere della Qhubeka-NextHash ha iniziato la sua corsa d’addio con una cronometro di 7,1 km attorno a Burgos, accusando un ritardo di 37” dallo sloveno Primoz Roglic. Non era certo questo il terreno in cui impressionare, visto che le prove contro il tempo non sono mai state il punto di forza di Fabio Aru. Lo aspetteremo in montagna, magari in qualche fuga da lontano, anche perché le sensazioni avute tra Sibiu Tour e Vuelta a Burgos erano state confortanti e la forma sembra tutt’altro che da buttar via. La Vuelta, competizione da lui tanto amata, prevede un percorso infarcito di salite e di strappi, dove le occasioni per gli attaccanti e per gli scalatori non mancano. Sarebbe il miglior modo per chiudere un bel viaggio.
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