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Ciclismo
Vuelta a España 2021, finalmente Giulio Ciccone protagonista. L’obiettivo classifica ne aveva sopito lo spirito da attaccante
Dopo un paio di giorni da incubo, Giulio Ciccone ha provato a dare un segnale nell’odierna dodicesima tappa della Vuelta a España 2021. Sull’ultima salita di giornata, l’Alto del 14%, il corridore abruzzese è andato all’attacco insieme a Romain Bardet, Jay Vine e Sergio Henao. Il quartetto ha proseguito di comune accordo fino all’ultimo chilometro, quando il gruppo, trainato dagli uomini della BikeExchange, è andato a inghiottire gli attaccanti.
Indubbiamente oggi si è rivisto il Giulio Ciccone che conoscevamo, quello che attacca a spron battuto senza troppi rimorsi. Viene, però, da chiedersi quali verdetti stia dando questa Vuelta. L’abruzzese ha deluso in quest’inizio di seconda settimana e la rondine odierna non fa primavera. Il corridore della Trek-Segafredo è un ottimo scalatore, ma tende a essere discontinuo e, comunque, contro i grossi calibri come Roglic e Bernal può solo cercare di limitare i danni.
A cronometro, inoltre, Ciccone non è capace di eccellere e la sua indole da attaccante mal si sposa con ciò che serve per riuscire a fare classifica in un grande giro quando non sei un fenomeno, vale a dire una sapiente gestione delle energie. Al Giro d’Italia, prima di ritirarsi, stava sfornando delle buonissime prestazioni, superiori a quelle di questa Vuelta, ma è anche vero che la concorrenza, in Spagna, è decisamente più qualificata.
Sarebbe prematuro gettare la spugna dopo questa Vuelta, ma è chiaro che, in futuro, Giulio non potrà incentrare la sua carriera sul fare classifica nei grandi giri. Anzi, l’abruzzese, da toro brado qual è, nelle corse a tappe di tre settimane potrebbe raccogliere più risultati vivendo alla giornata e andando all’attacco quando sente il bisogno di farlo.
Una Vuelta come quella che sta facendo Michael Storer, il quale ha già vinto due tappe, ad esempio, è sicuramente più rimarchevole rispetto a quella di chi lotta per un posto in alta top-10. E Giulio avrebbe tutte le qualità per gareggiare anch’egli, nei Grand Tour, come sta facendo l’australiano in questa Vuelta. Ciò, peraltro, non solo gli permetterebbe di levarsi più soddisfazioni, ma anche di interpretare le tappe come piace a lui, correndo col coltello tra i denti.
Foto: Lapresse