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Atletica, Filippo Tortu: “Mi sento un atleta nuovo dopo Tokyo, Jacobs? Credevo che la mia stima si fosse vista”

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Alzi la mano chi degli appassionati di sport non abbia visto più volte il video dell’oro della 4×100 maschile alle Olimpiadi di Tokyo. Un’impresa dai connotati che ancora oggi, a distanza di tempo, si fa fatica a decifrare per la grande sorpresa che una prestazione del genere è stata.

Gli staffettisti azzurri, Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu hanno fatto la storia e per il velocista brianzolo le sensazioni sono quella di un’aura dentro se stesso rinnovata: “Sono un atleta nuovo. Mi sono reso conto di essere più competitivo di quanto credessi, di avere una forza che non sapevo di possedere. Da ora in poi voglio usarla”, ha dichiarato Tortu in un’intervista a Specchio – settimanale de La Stampa.

Ripercorrendo quell’ultima frazione, in rimonta rispetto ai britannici, Filippo ha rivelato: “Dopo i primi 40 metri mi pareva di essere davanti e da lì è stata emozione pura. Solo adesso ho notato che a 3 metri dall’arrivo alzo un sopracciglio. Era una sorta di ‘ma che cosa stai facendo?’ Ero sicuro ci fosse margine, non un solo centesimo ma ovviamente, visto come è andata, è ancora più bello che sia un niente. Se corressimo cento volte quella stessa finale da capo non finirebbe mai più così, però da ora in poi il risultato ci segna. E ci cambia. Abbiamo una consapevolezza inedita, un’energia diversa”, le parole del velocista nostrano.

Non tutte rose e fiori perché una piccola polemica c’è stata tra i due “primattori”. Jacobs, campione olimpico dei 100 metri, ha parlato di un rapporto cambiato con Tortu. Da parte di quest’ultimo non ci sono stati mutamenti: “Pensavo la mia stima si fosse vista e capita. Sono rimasto un filo stupito, anche se aspetto di parlarne con lui. Non è successo nulla. Non ci sono questioni da chiarire. Da parte mia è tutto come prima e non c’è bisogno di rincorrerci. Lo vedrò a Monza, per il Gran Premio di F1, dove siamo invitati, e parleremo ma senza bisogno di confronti. Ci conosciamo e capiamo bene. Le sue magari sono parole figlie di percezioni errate. Non esistono vere polemiche, sono chiacchiere”.

E poi un messaggio chiaro dal punto di vista sociale e formativo: “Fate sport, portate i vostri figli a fare sport. Insegna tutto. Prendete la storia di Gimbo Tamberi, a me lascia ancora la pelle d’oca. Quel coraggio lo tiri fuori solo se lo alleni, lo sport ti cambia la vita e il modo in cui la guardi. Anche la staffetta ha spostato una barriera: il poco probabile non è impossibile. Ma l’appello non finisce qui. Gli atleti non possono essere strumentalizzati. Noi lo sport lo viviamo, non lo propagandiamo”.

Foto: LaPresse

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