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Atletica, Lorenzo Patta: “Farò i 200 e scenderò sotto i 20″ prima di Tortu…”

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Ha appena 21 anni (è nato ad Oristano il 23 maggio 2000) ma può già sfoggiare una medaglia d’oro olimpica. Di chi stiamo parlando? Di Lorenzo Patta, primo frazionista della storica staffetta 4×100 che ha stupito il mondo a Tokyo 2020. Da quel momento la vita dell’atleta sardo è cambiata, ovviamente, mentre ieri è tornato a gareggiare e lo ha fatto nel meeting “We run together” chiudendo i 100 metri con il tempo di 10:27 alle spalle di Wanderson Polanko (10″21).

Il suo commento al rientro alle gare fa notare il classico “bicchiere mezzo pieno”. Le sue parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport: “Mi aspettavo di più perchè, dopo le Olimpiadi, certi paramenti si sono alzati. La mia è comunque la seconda prestazione di sempre e, tutto sommato, va bene così”. L’atleta sardo racconta come sono stati i suoi giorni post-Tokyo: Dopo le Olimpiadi avevo una grande carica. Ho ripreso a correre tre giorni dopo il mio ritorno e non ho mai smesso. Il mio allenatore ha deciso così, ovvero farmi staccare un po’ dalle gare, penso per non farmi rischiare niente. Ho piena fiducia in lui”.

Una medaglia d’oro a 21 anni, com’è normale che sia, cambia la vita. “La mia è cambiata tanto e rapidamente. Per fortuna ho il carattere di mia madre, ovvero tranquillo e pacato. Diversamente sarei stato travolto dalle emozioni. Ad ogni modo sono un uomo fortunato. La maggior parte degli atleti insegue un risultato simile per tutta la carriera, e non riesce a tutti. Sono stato bravo a sfruttare l’occasione, ma di sicuro ora non mi monto la testa”.

Un atleta legato alla sua terra ed a Oristano in particolare: “Non me ne andrò. Qui sono nato e cresciuto, ho famiglia e amici. Spero, però, che venga rimessa a posto la pista del CONI che, al momento, sembra dura come il cemento. Il progetto di rinnovamento c’è da tempo, ma i lavori non cominciano mai. Anche per promuovere l’atletica sarebbe ora. Sono certo che, con i nostri risultati, si porterebbe più gente a praticare questo sport. Il problema non sono i bambini, è non perdere gli adolescenti. Se ci riusciremo, varrà più dei nostri ori”.

Cosa riserva il futuro a Lorenzo Patta? “Penso i 200 metri. Sono un buon curvista dopotutto. Ho come personale un 21″09 del 2018 poi, per via degli infortuni, non li ho più corsi. Voglio essere il primo italiano sotto i 20″ dopo Pietro Mennea. Ambizioso? Certo. Nel 2011 quando ho iniziato sognavo l’Olimpiade e mi davano per matto”.

Nei giorni scorsi Filippo Tortu ha stampato un bellissimo 20″11. Sorpreso? “No, non sono sorpreso dal suo crono, vale anche meno. La sua rivalità con Jacobs? Certe cose sono state scritte ma non certo dette da loro. In pista sono ovvi rivali, ma fuori c’è stima reciproca, come fra tutti noi”.

Foto: Lapresse

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