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Atletica, Marcell Jacobs festeggiato da eroe nella ‘sua’ Desenzano. “Ho creduto nel mio sogno”

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Giornata di festeggiamenti a Desenzano del Garda (Brescia) per Marcell Jacobs. Il campione olimpico dei 100 metri e della staffetta 4×100 di Tokyo è stato celebrato e festeggiato, come promesso da tempo, nella sua città e con la sua gente. L’evento, organizzato dal Comune di Desenzano del Garda in collaborazione con l’agenzia Gruppo Wise e svoltosi al Campo Sportivo Tre Stelle della cittadina bresciana (dove Marcell ha mosso i primi passi nell’atletica) era intitolato: “Un desenzanese d’oro a Tokyo”,

Marcell Jacobs è tornato in patria per essere accolto a braccia aperte dai suoi concittadini. Dopo aver presenziato stamattina all’inaugurazione della nuova pista di atletica ‘Gabre Garbic’ di Sanpolino (hinterland di Brescia), Jacobs si è poi spostato a Desenzano del Garda per l’evento organizzato ad hoc in suo onore, per celebrare le gesta olimpiche del “figliol prodigo”.

Dopo il saluto delle Autorità (il Sindaco di Desenzano Giulio Malinverno, il Questore di Brescia Giovanni Signer, il Delegato del Prefetto e il Delegato della Regione e Assessore allo Sport, nonché di Sergio Baldo, Responsabile Fiamme Oro di Padova e vice-presidente nazionale FIDAL), a fare gli onori di casa sono il Dott. Geracitano della Polizia di Stato e Giusy Versace, nota atleta paralimpica. Prendono poi la parola, nell’ordine, i tre allenatori storici di Marcell Jacobs: Adriano Bertani, Gianni Lombardi e Paolo Camossi (attuale coach del velocista bresciano, ex triplista e campione mondiale indoor nel 2001). Ognuno dei tre allenatori ha raccontato alcuni aneddoti del Marcell atleta, a cominciare da Bertani: “Arrivava sempre in ritardo. Ricordo che si presentò nel settembre 2002, a 8 anni, con un completo della Juventus, pronto per giocare a calcio. Il problema è che lui andava più veloce del pallone, quindi ho capito che era il caso di buttarsi sull’atletica”). Gianni Lombardi, che ha accompagnato Jacobs in età adolescenziale, afferma di aver imparato molto dal suo pupillo: “Ero io spesso che dovevo imparare da lui per seguirlo. Questo perché Marcell si è sempre messo in gioco, consapevole dei sacrifici e della fatica da fare per poter conseguire risultati importanti. Questa tecnica attualmente la sto mettendo in pratica con dei progetti di atletica insieme a bambini con disabilità”. E ancora: “Quando ho visto la vittoria di Jacobs sui 100 metri mi sono rinchiuso in una stanza da solo e non mi sono concentrato sulle vittorie, bensì su quante volte è caduto o si è infortunato, rialzandosi sempre con la determinazione che l’ha sempre contraddistinto e che ancora lo caratterizza.” 

Il testimone è poi passato all’ultimo e attuale allenatore di Jacobs e che lo segue attualmente, Paolo Camossi: “Tutto è partito dai campionati Europei indoor del 2019, in cui Marcell era favorito per la vittoria nel salto in lungo, specialità in cui si è sempre cimentato. Dopo tre nulli nei primi tre salti di qualificazione e il mancato accesso alla finale, ci siamo ritrovati io e lui nei corridoi del palazzetto tristi, sconsolati e in lacrime. Non capivamo cosa non andava, avevamo anche dei dubbi sulla collaborazione. Il giorno successivo, a colazione, ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: ma perché non proviamo sulla velocità? E da lì sappiamo tutti com’è andata”. Prosegue ancora Camossi: “Vincere da allenatore è completamente diverso rispetto al vincere da atleta. L’emozione che ho provato quando abbiamo vinto l’oro dei 100 metri è stata fortissima, ancora più forte di quella che ho vissuto io da atleta vincendo l’oro mondiale”. 

Verso le ore 19:00 è arrivato il momento più atteso dell’evento odierno, quando è arrivato l’ospite d’onore: Marcell Jacobs. Il Campione olimpico è arrivato sfrecciando sulla Lamborghini Hurancan in dotazione alla Polizia di Stato (Jacobs appartiene infatti alle Fiamme Oro, gruppo sportivo proprio della Polizia), accolto con un’ovazione da parte del pubblico presente sulle tribune del Campo Sportivo desenzanese. Il Campione olimpico ha raccontato un po’ le sue emozioni e come sono stati i momenti cruciali prima e dopo l’impresa di Tokyo: “Avevo appena corso la semifinale e ho visto in pedana Gimbo (Gianmarco Tamberi, ndr) che si stava giocando l’oro del salto in alto. Ha capito subito che avevo fatto un super tempo, ma io non avevo guardato ancora il tabellone: pensavo solo ad essere passato tra i primi tre (o massimo quattro) e andare in finale. Anche una volta visto il tempo, non mi sono reso conto del record Italiano ed europeo che avevo realizzato (9″84, limato poi in 9″80 nella Finale, ndr).”

Jacobs confessa anche un dettaglio: “Devo ammettere che nel tornare al campo di riscaldamento, mi sono sentito le gambe pesanti e la testa quasi svuotata. Ho guardato il mio allenatore e gli ho detto: io non gareggio più. Questo perché la semifinale era stata la più veloce, molto dispendiosa in termini di energia mentale. Quasi non volevo correre la finale, ma poi ho sentito la mia mental coach (Nicoletta Romanazzi) che mi ha aiutato molto. Lei è stata il tassello che mi mancava per poter fare quel piccolo salto, che mi bloccava prima. Rientrando nello stadio, ho visto che Gimbo aveva vinto l’oro. Sapevo cos’aveva passato dopo l’infortunio che gli negò l’Olimpiade di Rio, e ho pensato a tutti i sacrifici che ho fatto e le delusioni che ho passato. Mi sono gasato in quel momento”. 

Prosegue il racconto del Campione olimpico“In finale, sui blocchi di partenza, avevo in testa solo un pensiero fisso guardando la pista: oggi vinco io. Non sentivo nulla, non mi sono quasi neanche accorto che il britannico al mio fianco era partito prima. Io mi sarei mosso solo se sentivo il rumore della pistola, nient’altro. E poi sappiamo tutti com’è andata. Sul traguardo mi sono voltato a destra per capire se effettivamente avevo vinto. Ma ancora non me ne rendo conto nonostante sia già passato più di un mese. Mi dico: sì, ho vinto una gara importante, ma non mi immagino proprio di aver vinto l’Oro dei 100 metri piani alle Olimpiadi.” 

A conclusione della serata celebrativa, Marcell ha ricevuto un premio speciale da parte dell’Amministrazione Comunale di Desenzano. Jacobs è stato anche insignito dell’Onorificenza di ‘Ambasciatore dello Sport del Comune di Desenzano del Garda’. Prima di congedarsi, il Campione Olimpico ha autografato l’enorme murales che lo raffigura a braccia spalancate sul rettilineo della pista di atletica dello stadio di Tokyo, ricordando a tutti questo messaggio: “Credete sempre nei vostri sogni, sia i più piccoli ma anche i più grandi. Io da bambino volevo fare l’astronauta oppure vincere le Olimpiadi. Almeno una cosa direi di averla fatta”. Il tutto con l’umiltà che l’ha sempre contraddistinto, nonostante sia diventato poche settimane fa l’Uomo più veloce del Mondo.

Foto: LaPresse

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