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Basket, Luca Baraldi: “La tentazione di non giocare è forte. Così la pallacanestro muore a dicembre”

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Il tema capienza dei palazzetti sarà sicuramente il più caldo nell’assemblea odierna della LBA. Tra le società che si sono maggiormente esposte contro una riapertura al 35% è la Virtus Bologna, come dimostrano le parole dell’amministratore delegato Luca Baraldi, che minaccia addirittura la possibilità di non far scendere in campo la squadra.

Parole dure, riportate dal Resto del Carlino in un’intervista: “La tentazione di non giocare è forte, ma scenderemmo comunque in campo per rispetto ai nostri tifosi, ai nostri sponsor e al dottor Massimo Zanetti che continua a finanziare questo progetto con grande convinzione”.

Continua Baraldi sulla posizione da parte della Virtus Bologna: “Dopo 18 mesi senza pubblico e tante promesse il sistema non regge una capienza così ridotta. Lo sa bene il presidente federale Gianni Petrucci che lo sta dicendo in tutte le salse. Con il 50% si sopravvive, con il 100% si torna a vivere, con il 35% la pallacanestro a dicembre muore e se muore lei muore anche la Virtus“.

L’amministratore delegato della Virtus analizza i tre motivi per cui spera in un ampliamento della capienza e su cui si basa la protesta di Bologna: “Ci sono almeno tre motivi per cui le altre società dovrebbero seguirci. Il primo è legato alla coesione sociale e riguarda l’idea della ripartenza. Se il Green pass abbassa notevolmente il rischio di contagio non si capisce perché chi ne è titolare non possa sedersi al suo posto, e indossando la mascherina, seguire la partita. Il secondo riguarda la disaffezione che il pubblico inizia ad avere verso l’evento sportivo. Noi abbiamo una delle migliori tifoserie in Italia, ma nelle nostre due uscite precampionato al PalaDozza abbiamo registrato qualche segno non di disaffezione, ma di paura nel tornare alla vita normale. Il terzo è economico. Ci sono tante realtà che, grazie al botteghino, erano virtuose e ora fanno fatica anche perché i diritti televisivi nella pallacanestro sono cifre molto piccole. Non vorrei che qualche società imboccasse delle scorciatoie o delle strade pericolose per far quadrare i conti”.

Credit Ciamillo

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