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Basket
Basket: Svetislav Pesic alla guida della Serbia. Succede a Igor Kokoskov
Il nome è di quelli pesantissimi: alla successione di Igor Kokoskov sulla panchina della Serbia c’è Svetislav Pesic, uno dei più rinomati allenatori europei degli ultimi decenni. Per rendere l’idea, basti ricordare che è stato inserito proprio lo scorso anno nella FIBA Hall of Fame.
Pesic, già più che valido giocatore nelle file di Pirot, Partizan Belgrado e Bosna Sarajevo (con cui vinse una Coppa dei Campioni, antesignana dell’odierna Eurolega: in squadra c’era Mirza Delibasic tra gli altri), ha guidato quest’ultima squadra nei suoi primi passi da allenatore, che poi sono stati anche tra i più luminosi del club bosniaco, spesso vincitore della lega jugoslava.
Diventato poi head coach per la Germania (prima Ovest, poi unificata), ha portato quest’ultima a vincere gli Europei del 1993 in una finale legata a una delle fasi conclusive più contestate nella storia della rassegna continentale. Proprio da quel 1993 ha iniziato a guidare l’Alba Berlino, portandolo a vincere quattro titoli tedeschi e una Coppa Korac. Dal 2000 al 2002 le grandi gioie con la Jugoslavia (che già al tempo era comprensiva solo di Serbia e Montenegro): prima gli Europei del 2001 e poi, soprattutto, i primi Mondiali non di marca USA da quando i professionisti della NBA erano entrati nelle competizioni FIBA. Il tutto, ironia della sorte, a Indianapolis.
Dopo una parentesi a Colonia, ha portato il Barcellona a vincere l’Eurolega nel 2003 in finale contro Treviso. A inizio 2005 è stato chiamato dalla Virtus Roma a stagione in corso, per sostituire Piero Bucchi. Nella Capitale ha portato Dejan Bodiroga e Vlado Ilievski, suoi fidi al Barça, con il primo che ha anche concluso la carriera al Palaeur. Pesic, però, già non c’era più, dal momento che era andato a Girona in una situazione poi caratterizzata da strascichi legali tra allenatore e Virtus.
Dopo un peregrinare tra Dinamo Mosca, Stella Rossa e Valencia, è tornato brevemente alla guida della Germania, per poi accettare la panchina del Bayern Monaco, che ha guidato per quattro anni e portato in una dimensione più vicina a quella attuale. Tornato nel 2018 al Barcellona, l’ha guidato fino al 2020. Ora, a 72 anni, un’ulteriore sfida per rilanciare quella Serbia che, prima ai Mondiali e poi nel Preolimpico di Belgrado, non ha rispettato le attese.
Credit: Ciamillo