Ciclismo
Ciclismo, Andrea Bagioli: “Ai Mondiali aiuterò Trentin e Colbrelli, un giorno punterò alla Liegi”
Andrea Bagioli, diplomato al perito tecnico, è un ragazzo deciso e testardo. Ama gli sport e in generale stare all’aria aperta. Nel tempo libero gli piace camminare in montagna e praticare sci alpinismo. La passione per la bici l’ha ereditata da papà Roberto. Prima gara disputata da G1, in mtb. Si è avvicinato alla strada solo da esordiente. Cresciuto ammirando le gesta di Alberto Contador e Vincenzo Nibali, il 22enne valtellinese della Deceuninck – Quick-Step ha stoffa, talento e temperamento. Ha tutto per poter spiccare il volo e, anche lui, è pronto per entrare nel club esclusivo dei ventenni d’assalto.
Andrea come stai?
“Bene grazie un po’ stanco ma per il resto bene.”
Che effetto ti ha fatto alla Vuelta lottare ad armi pari con Roglic in alcuni arrivi di tappa?
“Armi pari insomma (ride, ndr). Forse solo nella sesta frazione, la Requena-Alto de la Montana de Cullera, quando sono arrivato terzo. Alla Vuelta ho fatto dei buoni piazzamenti anche se è mancata la vittoria che era uno dei miei obiettivi. Nel complesso posso comunque ritenermi soddisfatto anche per il prologo iniziale dove non mi aspettavo di essere nei primi dieci nonostante fosse un percorso adatto alle mie caratteristiche.”
Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
“Il Mondiale su strada a Lovanio e poi sarò al via del Giro dell’Emilia, Coppa Bernocchi ed infine al Giro di Lombardia.”
Che cosa ti aspetti dal Mondiale in Belgio?
“Sono molto felice di onorare la maglia azzurra anche a questo Mondiale. I capitani penso che saranno Matteo Trentin e Sonny Colbrelli che hanno dimostrato di andare veramente forte in questo periodo. Io cercherò di aiutare loro e inserirmi magari in qualche tentativo di fuga se ci dovesse essere qualche attacco.”
Andrai in vacanza a stagione finta?
“Sì, andrò con la mia ragazza Letizia in Grecia: faremo tre giorni ad Atene e poi una settimana a Mykonos, giusto il tempo per ricaricare le batterie in vista della prossima stagione.”
Ad oggi che voto daresti a questa tua stagione?
“Un sette e mezzo, otto. Ho perso corse, molte delle quali adatte alle mie caratteristiche come le Classiche delle Ardenne, a causa di un infortunio al ginocchio che mi ha tenuto ai box un paio di mesi. Ora però sto bene e non vedo l’ora di essere al via delle prossime corse in programma.”
Pensi di poter vincere una grande classica? Quale si addice meglio alle tue caratteristiche?
“Quella che si addice meglio alle mie caratteristiche è la Liegi-Bastogne-Liegi, con salite corte e per corridori esplosivi come me, il Giro di Lombardia invece credo sia un po’ troppo duro. Ad oggi non penso di poterla vincere, ma magari tra qualche anno… perché no.”
Le corse a tappe sono un sentiero che vorresti esplorare tra qualche anno?
“Sono più adatto alle corse da un giorno e ad un Grande Giro penso di poter puntare a qualche vittoria di tappa ma non alla classifica generale.”
Quanto è importante avere in squadra una figura come Davide Bramati?
“Brama secondo me è una delle figure principali della squadra. Lui per i corridori farebbe di tutto, ci fa stare bene. Mi chiama sempre per assicurarsi che sia tutto a posto e quando c’è qualcosa che non va cerca di risolvere il tutto al più presto. Anche durante le gare tiene sempre il morale della squadra alto e in corse, soprattutto in quello a tappe, credo sia fondamentale.”
Foto: Sigrid Eggers | Deceuninck – Quick-Step Cycling Team