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Ciclismo, Daniele Bennati in pole per il ruolo di CT della Nazionale italiana

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Si volta pagina. Davide Cassani ha concluso ufficialmente la sua avventura da CT della Nazionale italiana di ciclismo maschile e di coordinatore di tutte le selezioni azzurre. Otto anni intensi trascorsi non solo nella canonica ammiraglia tricolore per cercare di impostare un lavoro diverso da quello a cui si era abituati.

Un modus operandi sulla multidisciplinarietà in cui Cassani ha sempre creduto per rivitalizzare settori come quelli della pista che si erano un po’ persi e che sotto l’impulso del tecnico romagnolo e di chi si è trovato in prima linea con lui ha raccolto i frutti del tanto lavoro. I successi iridati di Filippo Ganna e del quartetto alle Olimpiadi di Tokyo, senza dimenticare quanto fatto da Elia Viviani a Rio de Janeiro e in Giappone, parlano chiaro.

Una gestione che ha potuto contare anche sui successi continentali, con l’ultima gioia di Sonny Colbrelli a Trento. Certo, è mancato il sigillo iridato e il digiuno è di 13 anni, ricordando il centro di Alessandro Ballan a Varese, non è di poco conto. Scorrendo l’album dei ricordi, i piazzamenti nella rassegne mondiali sotto la gestione Cassani sono i seguenti: Colbrelli 13° nel 2014, Giacomo Nizzolo 18° nel 2015, Giacomo Nizzolo quinto nel 2016, Matteo Trentin quarto nel 2017, Gianni Moscon quinto nel 2018, Matteo Trentin secondo nel 2019, Damiano Caruso decimo nel 2020, Colbrelli decimo nel 2021.

E’ mancato sempre qualcosa o forse non c’è stato il campione capace di far saltare il banco. Al di là di tutto, il presidente Cordiano Dagnoni dovrà prendere una decisione e nelle ultime ore sembra che le quotazioni di Daniele Bennati siano in grande ascesa rispetto a Maurizio Fondriest.

Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, il 41enne aretino, regista delle Nazionali di Bettini e dello stesso Cassani in passato, potrebbe essere il profilo ideale per seguire una filosofia chiara: l’integrazione del CT dei pro con gli altri tecnici. Vedremo se si darà seguito a questo proposito, che punta a una maggior interazione tra le varie specialità e non più a una struttura a compartimenti stagni. Non resta che attendere.

Foto: LaPresse

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