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Ciclismo, il Belgio non vince i Mondiali dal 2012. Ma con Van Aert ed Evenepoel sembra l’occasione buona…

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Il Belgio, nel nuovo millennio, ha conquistato appena due maglie iridate. La prima nel 2005 con Tom Boonen e la seconda nel 2012 con Philippe Gilbert. Un risultato che possiamo considerare sorprendente in negativo, dato che parliamo della Nazione che, nella storia, ha vinto più titoli mondiali. Nel ‘900, infatti, trascinata da campioni come Briek Schotte, Rik Van Steenbergen, Rik Van Looy, Eddy Merckx e Freddy Maertens, la selezione dello Stato che unisce Fiandre e Vallonia aveva trionfato in ben ventiquattro Campionati del Mondo.

L’ormai imminente Mondiale del 2021, però, sembra l’occasione giusta, per il Belgio, per tornare ad esultare. La prova in linea iridata si svolge in casa loro, nelle Fiandre. Inoltre, la selezione belga può vantare, tra le sue fila, due fenomeni del rango di Wout Van Aert e Remco Evenepoel. Sarà importante, però, cucire una tattica vincente attorno a questi due campioni ed evitare che si danneggino tra loro.

Stante le dichiarazioni che sono state fatte dai diretti interessati, sembra che la squadra sia tutta per Van Aert. Ed è uno scelta logica. In volate lanciate ad alte velocità, Wout non ha eguali, al momento. Per questo motivo, al Belgio fa assolutamente comodo una gara dai ritmi blandi che si concluda con uno sprint piuttosto numeroso. Sono altre le Nazionali che devono attaccare e fare la selezione, per il Belgio è importante arrivare alle ultime centinaia di metri con quanti più uomini possibile attorno a Van Aert.

Nel caso corridori come Mathieu van der Poel e Tadej Pogacar decidano di fare fuoco e fiamme, dunque, viene da immaginare uno scenario in cui Evenepoel si metta a disposizione di Van Aert per non far scappare gli avversari. Se, però, la gara si rivelasse molto più selettiva del previsto, al Belgio converrebbe cambiare strategia in corsa. Sarebbe meglio giocarsi entrambe le carte, cercando l’arrivo solitario di uno dei due, piuttosto che confidare in una volata ristretta lanciata, magari, a velocità basse.

Questo scenario, storicamente, garantisce quasi sempre sorprese. Inoltre, abbiamo già visto, nelle ultime stagioni, come Van Aert tenda a soffrire quando si trova a fare degli sprint partendo da velocità non troppo alte. Quest’anno abbiamo avuto gli esempi dell’Amstel Gold Race, della Freccia del Brabante e della volata per il secondo posto alle Olimpiadi. In passato, invece, scenari simili si sono verificati al Giro delle Fiandre 2020, ad Harelbeke 2019 e alla Milano-Sanremo 2019. In alcuni di questi casi ha vinto, in altri ha perso, ma non ha mai dominato gli sprint come fa negli arrivi a ranghi compatti.

Foto: LaPresse

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