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Ciclismo, Italia: serve l’invenzione ai Mondiali. Gli azzurri puntano sulla forza del collettivo

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Il percorso ormai ce l’hanno ben in mente i corridori. Lo hanno visto, lo hanno anche testato. Non è durissimo, come dimostrato nelle varie prove di questi giorni, ma c’è spazio per fare la differenza. È arrivata finalmente una delle domeniche più attese dell’anno a livello ciclistico: quella della prova in linea dei Mondiali a livello maschile. 268,3 chilometri da Anversa a Lovanio per assegnare la maglia iridata.

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Dopo le emozioni e le lacrime versate tra venerdì e sabato con Filippo Baroncini tra gli under 23 ed Elisa Balsamo nella gara femminile, l’Italia vuol provare nuovamente a timbrare il cartellino. Serve un miracolo, un’impresa assoluta: gli azzurri infatti non vincono il titolo dal lontano 2008, quando a Varese si impose Alessandro Ballan.

Anche quest’anno un italiano non parte tra i favoriti, ma, a differenza delle passate stagioni, nella griglia di partenza un uomo come Sonny Colbrelli è tra le prime file. Il percorso è ideale per le caratteristiche del bresciano che di recente a Trento è riuscito a sbaragliare la concorrenza agguantando l’Europeo.

Non sarà assolutamente facile, visto che il più atteso, Wout van Aert, appare quasi imbattibile su un circuito che sembra essere cucito su misura per le qualità del beniamino di casa. Servirà un’invenzione: con uno schema di corsa classico nove volte su dieci il belga vincerebbe a mani basse.

È pronto ad inventare Davide Cassani, alla sua ultima panchina, l’ultima gara da commissario tecnico della Nazionale. Il romagnolo cerca la ciliegina sulla torta su un mandato comunque da ricordare. Si affiderà al suo gruppo, che non l’ha mai tradito: oltre a Colbrelli le carte da giocare sono anche Matteo Trentin, il regista della squadra, e Giacomo Nizzolo, che in una volata ristretta potrà sicuramente dire la sua.

Photo LiveMedia/Luca Tedeschi

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