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Ciclismo, Marino Amadori: “Aleotti e Tiberi da corse a tappe”. Analisi: perché i giovani italiani maturano più tardi

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Oggi, in Belgio, si assegnerà il titolo U23 maschile ai Mondiali di ciclismo 2021. L’Italia si presenta ai nastri di partenza con una Nazionale molto competitiva, peraltro in grado di adattarsi a diversi scenari tattici. Alla gara prenderanno parte Filippo Baroncini, Michele Gazzoli, Marco Frigo, Luca Colnaghi, Luca Coati e Filippo Zana.

La compagine tricolore è reduce dalla medaglia d’argento di Baroncini agli Europei di Trento. In quella circostanza aveva impressionato anche Zana, forse il migliore in assoluto in salita e capace di staccare anche lo spagnolo Juan Ayuso. Con Marino Amadori, ct della Nazionale U23, abbiamo analizzato le chance del promettente corridore della Bardiani in questa rassegna iridata: “Sicuramente il percorso è meno impegnativo che all’Europeo. Però, se la corsa viene selettiva, Zana è uno che anche sugli strappi brevi può fare la differenza. Per noi è importante perché ci ritroveremo nel finale un buon stopper, nel senso che su certe azioni che si possono creare su alcuni strappi, lui sarà presente sicuramente ed è una garanzia. Lo ha dimostrato all’Europeo ed al Tour de l’Avenir, anche al Mondiale sarà molto importante“.

Da anni non si vedeva un gruppo di U23 così competitivo nel Bel Paese, come conferma Amadori: “Ho lavorato su un gruppo di dieci corridori. Ai sei convocati per i Mondiali possiamo tranquillamente aggiungere Edoardo Zambanini, Antonio Puppio, Filippo Magli, Martin Marcellusi. Sono ragazzi che sono andati forte, che sono venuti con noi in altura al Sestriere. Sono tutti molto interessanti. Il nostro è un mondo di passaggio, sono convinto che tra i professionisti possano fare molto bene e ritagliarsi un ruolo molto importante“.

Negli ultimi anni appare eclatante come il percorso di crescita dei giovani azzurri sia molto più lento e graduale rispetto a quello dei pari età stranieri. Il ct ci ha spiegato il motivo: “E’ vero, ora stanno iniziando a venire fuori i nostri giovani di 2-3 anni fa. Non possiamo però dimenticarci di un Giovanni Aleotti che sta già facendo un’ottima stagione. Noi siamo un po’ indietro perché ci manca un po’ di attività internazionale. Le nostre Continental sono partite, ma un po’ in ritardo e ancora adesso fanno un po’ fatica a svolgere delle attività fuori dall’Italia. Invece certe esperienze sono basilari per questi ragazzi per farli crescere in modo che siano pronti quando passano professionisti. In più non dobbiamo dimenticarci che a noi manca una squadra World Tour. Succede quindi che questi ragazzi vanno in altre squadre (straniere, ndr) dove i primi e secondi anni fanno un certo tipo di lavoro sporco, mettiamola così. Gli viene data poca possibilità di poter fare risultato o provare a farlo in corse che gli si addicono“.

L’Italia, nonostante gli straordinari risultati di Filippo Ganna, da anni cerca disperatamente volti nuovi per le corse a tappe, che possano prendere il posto di un Vincenzo Nibali ormai al crepuscolo della carriera. Amadori ha indicato due nomi in proposito: “Giovanni Aleotti è uno che aveva fatto un secondo posto al Tour de l’Avenir, è un ragazzo che ha caratteristiche importanti per le corse a tappe. Non possiamo dimenticare Antonio Tiberi, secondo me un altro ragazzo che ha delle caratteristiche interessanti, perché va bene a cronometro e in salita, alla Trek ha già fatto vedere qualcosa di buono quest’anno. Sono dei ragazzi che sicuramente hanno delle attitudini per le corse di tre settimane“.

VIDEO: L’INTERVISTA A MARINO AMADORI

Foto: Lapresse

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