Ciclismo
Ciclismo su pista, Marco Villa: “Filippo Ganna ha dei limiti? Non li vedo…Dispiace per Cassani”
Per Marco Villa la pista è il suo habitat naturale: da sempre vive nei velodromi di tutto il mondo e le sue giornate sono scandite dal susseguirsi delle prove che la pista prevede e dal ticchettare dei cronometri che registrano i tempi. Villa, ct della pista e responsabile dei cronoman della squadra nazionale maschile, è stato due volte campione del mondo nell’Americana con Silvio Martinello, riuscendo anche a conquistare il bronzo alle Olimpiadi di Sydney nel 2000. Da quando ha smesso di pedalare Villa è passato dall’altra parte della barricata regalando a lui e agli italiani risultati indimenticabili, di cui andare fieri. Gli ultimi alle Olimpiadi di Tokyo, al velodromo di Izu nella prefettura di Shizuoka, grazie all’oro del quartetto (Ganna, Milan, Consonni e Lamon, ndr) e al bronzo di Viviani nell’Omnium.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a casa di Crema in partenza per Macugnaga, dove raggiungerà Filippo Ganna, in ritiro in altura insieme al compagno e amico Michele Scartezzini.
Marco, come stai?
“Sto bene, grazie. Abbastanza rilassato anche se non mi sono riposato dopo le Olimpiadi”.
Nei 3:42:032 segnati dai tuoi ragazzi hai visto realizzare un lavoro cominciato cinque anni fa a Rio. Quali emozioni hai provato?
“Al momento quando ho letto il tempo ero incredulo. E’ un tempo stratosferico. Quando guardavamo il record del mondo di altri Paesi, come per esempio la Danimarca, restavamo tutti sbalorditi e pensare che siamo riusciti a migliorarlo di 2’’ è stato qualcosa di incredibile. In allenamento avevamo già ottenuto buoni risultati ma a Montichiari ci sono alcune situazioni non favorevoli come l’umidità che non abbiamo trovato nel velodromo di Izu”.
In allenamento che tempo avevate registrato?
“In pista a Montichiari avevamo fatto un 3:44, non pensavamo di migliorarlo di 2 secondi “.
Dopo l’oro nel quartetto a chi hai mandato il primo messaggio?
“A Michele Scartezzini“.
Che sappiamo essere un punto di riferimento per Pippo Ganna…
“Sono grandi amici, si trovano bene in tutto. A partire dai videogiochi… Adesso Filippo è con lui a Macugnaga e quando può se lo porta dietro“.
Che cosa ti hanno lasciato queste Olimpiadi?
“E’ stato il raggiungimento di un grande traguardo, come conclusione di cinque anni bellissimi ma non sempre facili. Sono riuscito a concretizzare un sogno e questo mi ha dato molta sicurezza, soprattutto per aver intrapreso una metodologia che ha pagato riuscendo a far conciliare tutti gli impegni dei ragazzi, tra la strada e la pista“.
Dopo la crono olimpica che cosa hai detto a Ganna?
“Ha detto tutto Pippo. Vedere Filippo perdere un argento per 4’’ e un bronzo per 2’’ e subito dopo pensare a Parigi 2024 mi ha dato molta tranquillità. Credo non ci sia niente da aggiungere, pensiamo già alla prossima Olimpiade“.
Hai qualche rammarico?
“L’argento di Elia nell’Omnium. Ancora oggi sono convinto che sia argento, ma a discrezione dei giudici è diventato bronzo. Sono comunque molto contento per la medaglia di Elia“.
Come si riesce a lavorare con successo con ragazzi che per la maggior parte del tempo di allenano per la strada?
“Io forse ho il merito di averli presi da Juniores e di avergli fatto capire che il lavoro in pista serve anche per la strada. Il merito però è anche loro. Dopo Rio siamo cresciuti giorno dopo giorno, la medaglia d’oro è il risultato di lavoro e dedizione di ognuno di noi e quindi credo che il nostro metodo di lavoro, perfezionato negli anni, stia portando i suoi frutti. Sento già parlare di Parigi 2024 e mi auguro di avere questi atleti ancora per qualche anno. Io ci sono“.
Possiamo definire Filippo uno dei più grandi della storia?
“Pippo è un ragazzo che sta facendo delle cose eccezionali, soprattutto negli ultimi anni, ma è ancora in crescita. Ci farà vedere ancora delle grandi cose, ne sono sicuro“.
Ha dei limiti?
“Come tutti. Al momento però non li vedo, ogni anno mi stupisce sempre di più. Sia in strada che su pista“.
Quando lo vedremo misurarsi per battere il Record dell’Ora?
“E’ uno dei suoi obiettivi ma dipenderà anche dai programmi che avrà su strada con la sua squadra. Il vantaggio di Pippo è quello di non metterci troppo tempo a preparare un appuntamento e quindi secondo me già nei prossimi anni proverà il Record dell’Ora“.
Parlando invece di Johnatan Milan, secondo te in futuro, essendo dotato in un ottimo spunto veloce, può diventare un pilastro per Omnium e Madison?
“Purtroppo nelle gare di gruppo non l’ho visto correre neanche da giovane. Secondo me bisognerebbe partire da zero, al giorno d’oggi non è facile ma Milan ha delle grandi capacità. Su strada poi dovrà trovare la sua dimensione in questi anni e capire se essere un velocista per dei risultati personali o un’ottima spalla per il capitano“.
Quali sono invece i progetti per rilanciare la velocità pista?
“Secondo me ci vuole più attività giovanile, mancano corse come il Campionato Italiano. E’ difficile fare delle scelte se mancano gare su cui poterti basare. Mi auguro che almeno le gare principali tornino ad essere programmate secondo un calendario specifico e quindi un appuntamento primario soprattutto per le categorie giovanili“.
Quali sono gli italiani interessanti in prospettiva?
“Davide Boscaro, Davide Plebani, Michele Scartezzini e Liam Bertazzo, giusto per citarne alcuni“.
Quando vedremo i primi frutti?
“Parlando di Scartezzini e Bertazzo, i risultati a livelli di tempi li hanno già fatti vedere. Sono due ragazzi forti e che stanno benissimo nel quartetto ma purtroppo bisogna fare delle scelte. Arriverà anche il loro momento, ne sono sicuro“.
Quali saranno i tuoi prossimi programmi?
“Partirò mercoledì (oggi, ndr) per i Mondiali Juniores su pista, in Egitto. Poi Europei e Mondiali su strada, soprattutto per le cronometro Junior e Under23, e poi Europei e Mondiali su pista. C’è ancora un po’ da lavorare, la stagione non è finita e abbiamo tutti il morale alto”.
Si sta parlando molto del “dopo Cassani”…
“Se non fosse arrivato un titolo olimpico probabilmente sarei stato anche io nella situazione di Davide. Da tecnico posso dire di essere dispiaciuto, questi anni insieme a Cassani li ho vissuti molto bene però rispetto le decisioni della Federciclismo. Credo che la Federazione abbia solo cambiato il “tiro” ma non escluso Cassani dai programmi. Non so cosa succederà, ma posso solo dire che mi dispiace“.
Foto: Lapresse