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Ciclismo, Thomas Voeckler: “Ho detto ad Alaphilippe di affidarsi all’istinto per vincere i Mondiali”

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Ha vinto il più forte, ha vinto il migliore. Julian Alaphilippe ne aveva decisamente più di tutti e il suo secondo sigillo mondiale consecutivo nella prova in linea di ciclismo riservata ai professionisti non deve stupire per come è evoluta la corsa. Il ‘Moschettiere’ aveva testa e gambe dei giorni migliori e concedersi il bis iridato non è certo cosa per tutti.

Una corsa interpretata dalla Francia da subito all’attacco, con Anthony Turgis e Benoît Cosnefroy molto attivi quando di chilometri da percorrere ne rimanevano ancora 180 km. 268,3 totali nelle Fiandre vissuti dalla formazione d’Oltralpe con il coletto tra i denti e non poteva che arrivare dal più illustre rappresentante la stoccata decisiva.

Un primo assaggio c’era stato a 58 km dal l’arrivo: un attacco studiato a tavolino con il CT Thomas Voeckler, ma poi il resto è stato frutto di creatività e coraggio. Con questi ingredienti Alaphilippe ha realizzato la sua torta ‘Arcobaleno’. “Gli ho detto di seguire il suo istinto, in base alle sue condizioni“, ha rivelato Voeckler a Cyclingnews dopo la gara.

La nostra intenzione era quella di lanciare attacchi prima degli altri e far credere che la nostra fosse una strategia folle. Sapevamo che sarebbe stata una corsa molto movimentata e volevamo avere noi il controllo delle operazioni. Abbiamo sempre voluto essere un passo avanti“, ha sottolineato l’ex corridore francese.

Una tattica resa possibile anche da un Alaphilippe strepitoso che ai -18 ha fatto esplodere letteralmente il gruppetto dei leader sul Sint Antoniusberg. La lettura della corsa pertanto è stata corretta, rompendo lo schema di chi non aveva la lucidità e le energie per contrattaccare.

Foto: LaPresse

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