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Daniil Medvedev vince gli US Open 2021! Spezzato il sogno Grande Slam di Novak Djokovic

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Daniil Medvedev vince per la prima volta un torneo dello Slam. Il russo, numero 2 del mondo, sconfigge l’unico uomo al mondo che lo precede, Novak Djokovic, e con un triplo 6-4 gli impedisce di completare il Grande Slam, che manca da 53 anni e del quale Rod Laver resta unico detentore nell’anno solare in Era Open. Prestazione magnifica a livello mentale da parte di Medvedev, almeno fino al 5-2 del terzo set, quando ha tremato, cosa accaduta in parte anche sul 5-4. Diventa il terzo russo a vincere una finale Slam dopo Yevgeny Kafelnikov al Roland Garros 1996 e agli Australian Open 1999 e Marat Safin agli US Open 2000 e agli Australian Open 2005. Le posizioni nel ranking ATP rimangono le stesse, ma resta ora da vedere quali saranno gli effetti di una simile partita, che avrebbe potuto rappresentare l’immortalità assoluta per il serbo e che, invece, segna l’inizio di qualcosa di nuovo per il suo avversario.

Si comincia subito in lotta, e Djokovic, dal 40-15, si ritrova a dover fronteggiare una palla break a causa di un dritto dal centro largo. Un gran recupero di Medvedev sorprende il serbo, che non si riorganizza: altra palla larga, servizio subito perduto. Il numero 1 del mondo si ritrova anche sotto 0-30 e poi 15-40 nel terzo game, ma in quel momento ritrova la prima (due ace compresi) e si salva. Seguono quattro turni di battuta privi di brividi, ma sul 3-5 un paio di errori di Djokovic portano al 30-30. Arriva una volée a seguire il servizio che lo porta sul 40-30, poi un rovescio lungo di Medvedev: 4-5. Il russo va a servire per il set, e lo fa da par suo: a parte un doppio fallo generato dal rifiuto di scambiare sul 30-0, è implacabile e in 36 minuti chiude per 6-4. Dati significativi: 8 ace, 100% di punti con la prima e 27% di risposte in campo di Djokovic.

Inizia male il secondo set per Medvedev: dopo il turno di battuta a zero di Djokovic, si ritrova con a carico una risposta nei piedi, un doppio fallo e un dritto a campo aperto appena largo, il che vuol dire tre palle break. Un passante di dritto complicato, un ace del russo e un back di rovescio sbagliato dal serbo riequilibrano la situazione, quindi un ace e una prima vincente significano 1-1. Il numero 1 del mondo, sostenuto dal pubblico, ma decisamente teso, si ritrova indietro 15-30 e seconda; il numero 2 gli offre una mano sbagliando di dritto, colpo con il quale trova però una grande accelerazione lungolinea per il 30-40. Djokovic si salva con la prima esterna e nel giro di pochi minuti vince il game, per poi procurarsi una nuova chance nel quarto gioco allo scoccare dell’ora di match.

Dopo un let, una musica partita senza motivo e la necessità di una seconda, Medvedev scende a rete e sventa prima questo pericolo, poi un altro con un gran rovescio nell’angolo. Djokovic sbaglia la risposta successiva, distrugge la racchetta e si becca i “buu” del pubblico. Il nervosismo prolungato lo porta a commettere due errori che valgono altre palle break per il russo, che stavolta, alla seconda, ce la fa beffando la discesa a rete del serbo con un ottimo rovescio in recupero: Djokovic ci arriva malissimo, 2-3. E anche sul 2-4 si ritrova nei guai (0-30), salvo poi trovare quattro punti di fila. Medvedev, però, non trema più, almeno fino al 5-4 40-0: dopo un doppio fallo e uno scambio giocato al centro e vinto dal suo avversario, il russo gioca una brutta palla corta. Il dritto in corsa di Djokovic, però, esce e così arriva anche il secondo parziale in 54 minuti.

Neanche il terzo set inizia sotto acque tranquille per il serbo, che perde tutti i quattro punti dal 30-0 in poi. Medvedev è sempre lì, non molla niente da fondo e si guadagna così un ulteriore break: per la prima volta Djokovic si ritrova in questa situazione in uno Slam quest’anno. Il leader del ranking ATP un’opportunità ce l’ha, sul 30-30, ma sbaglia i tempi della discesa a rete, mentre sul 40-40, sulla smorzata del russo, tira il dritto incrociato in rete. Medvedev tiene la battuta, si trova avanti 0-30, Djokovic recupera, ma sbaglia un’altra delle molte smorzate imperfette e regala un’enorme chance al russo. Quest’ultimo, però, non deve far nulla: dall’altra parte arriva la volée di dritto sbagliata a seguire il servizio, ed è 0-3.

Sull’1-4 Medvedev, 15-30 Djokovic, ci si mette anche il nastro a non dare una mano al serbo, facendo scendere oltre la rete un rovescio in recupero del russo. Di lì, rovescio sotto il nastro del numero 1 del mondo e gran prima del numero 2: 1-5. Djokovic, sul 30-30, trova l’ace esterno, poi Medvedev risponde in rete, ma ha, dopo poco più di 2 ore, un turno di battuta che mai gli era capitato prima d’ora. Il serbo cambia maglietta, scegliendo quella a prevalenza bianca in luogo di quella blu, e trova un primo dritto incrociato vincente. Seguono un ace e un doppio fallo di Medvedev, che però spara subito una gran prima al centro. Il dritto di Djokovic se ne va: 40-30, match point. Di lì, però, arrivano due doppi falli e un dritto in rete: in sostanza, un autobreak che fa esplodere il pubblico. Sul 4-5, prima del cambio di campo, il serbo finisce quasi in lacrime, emozionato dal supporto di un pubblico. Dall’altra parte c’è un uomo che non trema nei primi due duri scambi, torna a match point sul 40-15, ma commette un altro doppio fallo. La prima successiva, però, è di quelle belle, che non trema: la palla non torna indietro, e quello che cade è Medvedev, ma per una gioia incredibile.

Con questo successo, il russo diventa il primo facente parte della Next Gen a vincere uno Slam. Lo fa con 16 ace e 9 doppi falli, molti dei quali allo scopo di non far entrare nello scambio Djokovic, facendo valere sei ore in meno trascorse in campo, trovando 38 vincenti a fronte di 31 gratuiti (27-38 per il serbo). Visto che i punti vinti con la prima, alla fine, vanno a equivalersi (80%), diventa decisivo il 58% sulla seconda di Medvedev. Sul fronte opposto, al numero 1 del mondo, di fatto, manca la prima, al 54% (anche se il russo non va tanto meglio, 57%). Di rado è accaduto che Djokovic perdesse in tre set una finale Slam, e dall’altra parte c’erano Roger Federer o Rafael Nadal in questi casi, prima dell’uomo venuto da Mosca.

Foto: LaPresse

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