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Formula 1

F1, Hamilton a Silverstone e Verstappen a Monza: penalità a confronto e il problema dell’equità

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La lotta al titolo iridato nel Mondiale di F1 si fa sempre più tortuosa per i principali contendenti, Lewis Hamilton e Max Verstappen. Il sette volte campione del mondo e l’olandese della Red Bull si sono resi ancora una volta protagonisti di un incidente che li ha messi entrambi fuori dai giochi.

LA SITUAZIONE DI SILVERSTONE

La bomba, innescata già dal via della stagione, è esplosa nel GP di Silverstone: il pilota britannico in quell’occasione, nel tentativo di portare a termine un attacco ai danni di Verstappen, colpì la Red Bull numero 33 in ingresso alla curva Copse. La conseguenza fu il ritiro di Max Verstappen, che si è ritrovò a essere passeggero di una vettura fuori controllo, dopo l’impatto con le barriere. Nessuna conseguenza invece per Hamilton, che ha concluso la gara regolarmente chiudendo sul gradino più alto del podio.

Il campione britannico, tuttavia, fu costretto a scontare una penalità di 10 secondi e si vide decurtare due punti dalla sua patente FIA. La motivazione fu chiara: aveva compromesso la gara di un avversario, infrangendo l’articolo 2(d) capitolo IV appendice L del regolamento sportivo internazionale FIA. La commissione di gara, di cui faceva parte in quell’occasione l’italiano Emanuele Pirro, analizzò le telemetrie e le immagini, stabilendo che Hamilton avesse spazio sufficiente all’interno per evitare la collisione, avendo mancato l’apice della curva, mentre Verstappen non aveva spazio alla sua sinistra per allargarsi all’esterno di curva 9. La penalità fu assegnata in secondi in quanto Hamilton, ritenuto responsabile, era ancora in gara, a differenza di Verstappen a Monza.

IL SECONDO ATTO A MONZA

Situazione simile, ma dall’esito differente, si è verificata a Monza: in questo caso Hamilton e Verstappen sono entrati ruota a ruota in Prima Variante. È necessario specificare che la Prima Variante è una chicane stretta, che va affrontata in prima marcia e a giri motore bassi, per poi tornare a spingere sul gas in maniera graduale ma decisa in uscita. L’ingresso in questa curva costringe le attuali vetture di F1 a una violenta cambiata dall’ottava marcia, alla fine del Rettifilo, fino alla prima marcia in staccata. Percorrere la Prima Variante affiancati ruota a ruota è tecnicamente impossibile senza tagliare in ingresso.

In questo caso Hamilton non ha lasciato spazio a Verstappen, costringendo l’olandese a un taglio in ingresso di curva. Il pilota della Red Bull ha tenuto il piede sul gas, non decelerando a sufficienza, e portando la sua vettura a saltare sul dissuasore. La monoposto, una volta sollevatasi sul salsicciotto, ha di fatto perso direzionalità avendo le ruote anteriori sollevate da terra e, ancora una volta, Verstappen è stato passeggero della sua macchina che è decollata sulla Mercedes di Lewis Hamilton distruggendone l’air scoop e atterrando con la ruota posteriore destra sull’halo. Entrambi i piloti hanno chiuso prematuramente la loro gara.

La Direzione Gara era diversa rispetto a Silverstone, questa volta ne facevano parte anche gli italiani Paolo Longoni e Tonio Liuzzi. La scelta di penalizzare Max Verstappen è stata dettata dal fatto che l’olandese fosse in pieno rettilineo, mentre Hamilton era in uscita dai box. Analizzando telemetrie e immagini a disposizione i commissari hanno stabilito che il britannico, in staccata, fosse più avanti dell’olandese e il delta di velocità tra i due piloti fosse differente, con Hamilton vittima incolpevole del contatto. Con entrambi i piloti fuori dai giochi, l’unica penalità possibile per Verstappen, che ha infranto l’articolo 2(d) capitolo IV appendice L, ammonta a tre posizioni in griglia di partenza al prossimo evento, più due punti sulla patente FIA.

PENALITÀ NON ESATTAMENTE EQUE, LA SPIEGAZIONE

I due casi riportati sono molto simili, ma diversi nell’esito e nella decisione. Difficile confrontare i due incidenti nello specifico, soprattutto dal punto di vista delle penalità: le commissioni di gara sono differenti per ogni evento, e ciò non consente di avere uniformità di giudizio. Altre volte in passato è emerso il dubbio sull’utilità di avere commissioni di gara variabili per ogni evento, si vedano le polemiche nate dopo la penalità assegnata a Vettel in Canada nel 2019 per fare un esempio (anche in quell’occasione c’era Emanuele Pirro), e in ogni caso si è giunti alla conclusione che, per il bene della Formula 1, la FIA dovrebbe introdurre un’unica commissione di gara fissa per ogni tappa del Mondiale.

Michael Masi, il direttore di gara che ha preso il posto di Charlie Whiting dopo il decesso di quest’ultimo, è l’esempio lampante del ‘come fai sbagli’, sempre pronto a ricevere valanghe di insulti, ma ha un protocollo a cui attenersi che, come facilmente prevedibile, è pieno di zone grigie. L’unica possibilità dunque resta sperare in un cambio di direzione da parte della F1, con la nascita di una commissione fissa che insieme a Michael Masi possa prendere tutte le decisioni mantenendo un minimo di coerenza per tutta la stagione.

Foto: LivePhotoSport

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