Formula 1
F1, la rivalità tra Hamilton e Verstappen più utile al Circus della Sprint Qualifying
Non si parla d’altro e la responsabilità di chi è: Lewis Hamilton che lo allarga volontariamente o Max Verstappen che entra all’esterno senza un domani? Il dibattito impazza tra gli appassionati e ognuno, travestendosi da Steward, dà la sua versione.
Di sicuro, il GP d’Italia a Monza è diventato un tema di discussione per l’episodio del 26° giro che stuzzica la memoria degli appassionati, cresciuti a “Pane Senna&Prost”. Nella F1 delle strategie e degli eccessi di zelo, prendere atto che ci sia una contesa così serrata tra due piloti tanto qualificati quanto opposti è la notizia migliore che ci potesse essere per Stefano Domenicali e soci.
Se è vero che la categoria cerca espedienti per intrattenere come la Sprint Qualifying che per la seconda volta si è tenuta nel Tempio della velocità, nello stesso tempo il Circus non deve fare altro che rispolverare un concetto semplice: la contesa in pista. Detto in altri termini, ai piloti piace vincere e non esistono le mezze misure. Per questo, quando c’è qualcosa di importante in palio come un titolo mondiale, difficile trovare il compromesso da “politicamente corretto”.
E quindi, dopo l’entrata ardita di Lewis a Silverstone e l’uscita di scena di Max con 10″ di penalità al britannico, vi è stato il confronto rusticano alla Prima Variante di Monza dove nessuno dei due ha voluto fare delle concessioni. Risultato: fuori dai giochi. Per Hamilton un’azione premeditata dettata dal vantaggio in classifica, mentre per Verstappen una manovra innescata dal modo in cui ha coperto la curva il suo avversario.
Storie di un contrasto dialettico che ricorda qualcosa di già visto e sentito, sempre spendibile e attraente anche nell’era social in cui il concetto di tempo è diverso e la noia subentra con incredibile velocità. La lotta sui circuiti è quindi il prodotto migliore che si possa da vendere tra “L’influencer” Lewis e il “Maschio Alpha” Max. Alla prossima puntata, guardando a Sochi…
Foto: LaPresse