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Formula 1

F1, Verstappen e Hamilton si giocheranno il Mondiale all’ultima gara? Non succede da tanti anni…

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L’edizione 2021 del Mondiale di F1 ha mandato in archivio quattordici gare su ventidue, siamo quindi ben oltre la metà stagione e, anzi, ci stiamo appropinquando ai due terzi della stessa. Al riguardo è interessante notare come da inizio anno Max Verstappen e Lewis Hamilton siano ingaggiati in un testa a testa senza esclusione di colpi. Il leader della classifica iridata è cambiato ben quattro volte e il distacco tra i due è rimasto praticamente sempre al di sotto dei 26 punti. In altre parole, c’è la concreta possibilità di vedere un titolo assegnato all’ultima gara, fatto che non si verifica ormai da un lustro.

L’ultima “Sfida all’O.K.Corral” in F1 risale al 2016, quando si arrivò al conclusivo GP di Abu Dhabi con Nico Rosberg avanti di 12 punti rispetto proprio a Hamilton. Il tedesco chiuse secondo e si laureò Campione del Mondo a discapito dell’allora compagno di squadra. Già, perché i due condividevano il box in Mercedes proprio come accaduto nell’unica altra occasione dell’era turbo-ibrida in cui il Mondiale si è deciso al Gran Premio conclusivo, ovvero nel 2014, quando però fu il britannico a prevalere sul teutonico.

Effettivamente se c’è qualcosa che manca alla F1 contemporanea è proprio il thrilling rappresentato da una lotta all’ultimo punto sino alla bandiera a scacchi della gara conclusiva. Cionondimeno, gli ultimi due casi citati hanno riguardato piloti dello stesso team, fatto che riduce inevitabilmente il pathos, a meno che a sfidarsi non ci siano due uomini divisi da una profonda rivalità umana prima che sportiva, come accaduto in passato con Ayrton Senna e Alain Prost o, in tempi più recenti, Hamilton e Fernando Alonso nel 2007 (quando però godette il terzo incomodo, ovvero il ferrarista Kimi Räikkönen).

Per trovare una contesa al fotofinish tra piloti di squadre diverse si deve tornare addirittura al 2012, quando in un Gran Premio del Brasile da infarto Sebastian Vettel, all’epoca in Red Bull, riuscì a difendere 3 dei 13 punti di vantaggio di cui era forte su Alonso, portacolori della Ferrari. Da allora è passato quasi un decennio, costellato di campionati con un unico protagonista o decisi al principio dell’autunno, senza che l’ultimo GP avesse granché da dire.

Se l’andazzo del 2021 proseguirà anche nelle prossime gare, con Verstappen e Hamilton perennemente vicini l’uno all’altro, ad Abu Dhabi potremmo tornare ad assistere a uno di quei Gran Premi dove la tensione si taglia con il coltello e durante i quali un episodio può valere il lavoro di un anno intero. Sarebbe il degno epilogo di una stagione durante la quale, sinora, Mercedes e Red Bull si stanno fronteggiando a tutto campo, anche fuori pista. Al tempo stesso Max e Lewis non si risparmiano colpi bassi, vedi quanto accaduto tra Silverstone e Monza.

In un’epoca caratterizzata da track limits, penalità a raffica e steward fin troppo zelanti, un ritorno al duro e puro sarebbe quanto di meglio ci potrebbe essere per una F1 che, cloroformizzata dal politicamente corretto, sta subendo una mutazione genetica. In passato certe battaglie rappresentavano l’essenza stessa di una categoria dove sia l’essere umano che la monoposto erano al limite, generando situazioni in cui la differenza fra trionfo e disfatta poteva essere misurata in una questione di centimetri o di pochi secondi, infondendo alla F1 quel fascino ineguagliabile che l’ha resa il pinnacolo del motorsport.

Foto: La Presse

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