MotoGP
MotoGP, Ducati e la politica dei piccoli passi. Ora è una moto davvero completa
Un’evoluzione costante. Nel Mondiale 2021 di MotoGP si è alle battute conclusive: quattro round da disputare e nel prossimo weekend ci si cimenterà nel ‘Luna Park’ di Austin, in Texas (Stati Uniti), e si avrà ancor di più un quadro preciso della situazione. Classifica che in MotoGP vede il francese della Yamaha Fabio Quartararo in vetta con 234 punti, 48 in più di Francesco ‘Pecco’ Bagnaia. Con 100 punti ancora a disposizione dei piloti si può comprendere come il campionato sia nelle mani del transalpino della Yamaha.
C’è però un aspetto che merita attenzione e riguarda la Ducati. La Rossa, per anni strumento enigmatico (Casey Stoner escluso), si è trasformata in una moto con cui tanti rider sanno andar forte e possono vincere. Non è per eccesso di nazionalismo che si possa affermare ciò, ma basta guardare i numeri. Nella top-5 della classifica della massima cilindrata i piloti di Borgo Panigale sono tre: Bagnaia 2°, Johann Zarco 4° e Jack Miller 5°, senza contare i risultati considerevoli di Jorge Martin (vittorioso in Stiria) e di Enea Bastianini (sul podio a Misano) nelle loro stagioni da rookie con GP20 e GP19.
Guardando alle graduatorie riservate ai team e ai costruttori si ha il Ducati Lenovo Team a una sola lunghezza dalla Yamaha ufficiale, mentre la Rossa svetta nella classifica dei marchi con 275 punti, 13 in più della scuderia dei tre diapason. Ma come è stato possibile trasformare una moto così complicata in una alla portata di più piloti con un diverso stile di guida?
Sotto la gestione dell’ingegnere Luigi Dall’Igna vi è stato un impulso importante. La Ducati ha migliorato la propria stabilità in curva attraverso una serie di accorgimenti aerodinamici e telaistici. Nel corso del tempo non si è stati testimoni di rivoluzioni da un anno all’altro, ma di uno studio continuativo che ha portato la Rossa a introdurre carene avveniristiche e innovazioni relative, ad esempio, al box nel posteriore che ospita l’ammortizzatore di massa.
Stando a quanto riportato dagli addetti ai lavori, si è seguita una filosofia progettuale da ‘effetto suolo’. Come descritto da corsedimoto.com, i condotti ricavati nella parte inferiore della carenatura laterale favoriscono la direzione dei flussi d’aria verso il basso. Una soluzione escogitata per avere maggior carico aerodinamico sul posteriore e quindi un comportamento della moto migliore in curva, supportata poi da un motore V4 sempre molto potente ma non brusco in erogazione. Negli ultimi test che si sono tenuti a Misano, il team si è concentrato sul telaio e sull’Aero-pack, mentre il nuovo motore esordirà più avanti.
Da questo punto di vista, si può ritenere la moto italiana decisamente completa e i tempi nei quali solo il super talentuoso Stoner riusciva a essere performante sono lontani, anche se l’ultimo iride è sempre quello del 2007. Uno step in avanti dovrà essere compiuto dai piloti, come forse Bagnaia è riuscito a fare nell’ultimo periodo.
Foto: MotoGP.com Press