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Ciclismo

Parigi-Roubaix 2021, i precedenti di Matteo Trentin: dopo una serie di edizioni sfortunate questo può essere l’anno giusto

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É un finale di stagione ricco di appuntamenti imperdibili quello che stanno vivendo gli appassionati di ciclismo, tra Europei, Mondiali e brevi corse a tappe che raramente come quest’anno hanno regalato tante gioie ai colori azzurri, sia al maschile che al femminile. Domenica 3 ottobre si torna in sella per vivere le emozioni uniche della Parigi-Roubaix, la madre di tutte le corse, annullata lo scorso anno per la prima volta dal 1942 causa pandemia.

All’Italia manca il successo nell’ “Inferno del Nord” dal lontano 1999, quando a tagliare il traguardo per primo fu uno splendido Andrea Tafi (secondo l’anno prima dietro Franco Ballerini) dopo quasi sette ore di corsa. Da allora la regina delle classiche si è trasformata in una sorta di miraggio per i corridori nostrani, che nelle edizioni seguenti hanno raccolto solo qualche buon piazzamento senza riuscire a far saltare il banco.

Quest’anno ci sono le premesse per poter far bene, soprattutto con Matteo Trentin, che ha parecchi conti in sospeso e tanti crediti con la buona sorte in questa super classica. Negli anni in cui ha corso per la Quick Step, dal 2015 al 2017, si è sempre messo al servizio del capitano Tom Boonen, vero specialista del pavè e unico uomo (assieme al connazionale Roger De Vlaeminck) capace di alzare le braccia al cielo quattro volte sul Velodromo di Roubaix.

Per Matteo la prima vera occasione di giocarsi la corsa da protagonista arrivò nel 2018, anno del passaggio alla Mitchelton-Scott. Fu un’edizione drammatica, che tutti gli appassionati ricordano per la scomparsa del giovane corridore belga Michael Goolaerts a seguito di un malore, e la disastrosa caduta di Trentin passò inevitabilmente in secondo piano.

L’uomo di punta del Team australiano venne steso incolpevolmente a metà gara, rimase a terra parecchi minuti prima di essere elitrasportato verso l’ospedale più vicino, dove gli fu diagnosticata una frattura da compressone della colonna vertebrale toracica che lo costrinse a parecchi mesi di stop. Tornò in sella più forte di prima, giusto in tempo per conquistare il titolo Europeo il 12 agosto dello stesso anno.

Nell’edizione passata, quella del 2019, Trentin non riuscì ad indovinare la fuga giusta e fu costretto ad accontentarsi di un misero 43esimo posto, ma la forma non era quella di questo autunno. Nelle scorse settimane il trentaduenne originario di Borgo Valsugana è stato un gregario di lusso per Sonny Colbrelli in maglia azzurra, dimostrando con la vittoria di otto giorni fa al Trofeo Matteotti di avere un’ottima gamba nonostante la stagione stia volgendo al termine.

Dopo la caduta di ieri ai Mondiali non è ancora dato sapere se Trentin si presenterà ai nastri di partenza di Parigi al top o se le contusioni riportate avranno lasciato strascichi, ma vale la pena giocarsela fino in fondo siccome i diretti rivali, Wout Van Aert e Mathieu Van Der Poel su tutti, non sembrano al top della condizione. Sarebbe il coronamento di un’intera carriera, iniziata da gregario e vissuta ora da grande protagonista nelle corse di un giorno, alla caccia della definitiva consacrazione. Domenica l’opportunità è di quelle ghiotte, vedremo se Matteo Trentin riuscirà a sfruttarla al meglio. Come si dice in queste occasioni, tentar non nuoce.

Foto: LivePhotoSport

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