Rugby
Rugby: dalla Celtic League al Pro14, ora United Rugby Championship. Un nome che cambia di continuo e non aiuta a fare chiarezza
Parte questo fine settimana la nuova stagione della Celtic League. Pardon, della Magners League, anzi no del Pro 12, scusate, del Pro 14. Ah no, è vero, della United Rugby Championship, cioè l’URC. Sì, perché il torneo transnazionale che vede in campo Benetton Treviso e Zebre ha cambiato nome per l’ennesima volta in 11 anni.
Nata nel 2001 con franchigie di Irlanda, Galles e Scozia come Celtic League, nel 2010 accoglie anche due squadre italiane, mentre il nome è già diventato Magners League per lo sponsor. Un anno dopo, nel 2011, diventa Pro 12, togliendo il riferimento alla cultura celtica visto l’ingresso delle squadre italiane. Pro 12 che nei primi anni si chiamava Rabodirect Pro 12 e dal 2014 Guinness Pro 12.
Nel 2017, poi, l’allargamento a due formazioni provenienti dal Sudafrica e conseguente cambio di nome in Pro 14, per adattarsi al numero delle partecipanti. L’estate scorsa, poi, viene creato un torneo ad hoc vista la pandemia chiamato Rainbow Cup, tanto per mischiare di nuovo le carte. E da quest’anno, con l’allargamento ad altre due franchigie sudafricane ecco il nuovo nome, United Rugby Championship.
Un cambio di format e un cambio di nome che non aiuta la diffusione mediatica del torneo. Ogni volta va rifatto un restyling grafico, ma soprattutto va spiegato a chi segue solo marginalmente la palla ovale di cosa si parla. Un problema soprattutto qui in Italia, dove l’interesse per il rugby non è sicuramente primario e dove sia per la Federazione, sia per i due club partecipanti sia per chi si occupa di comunicazione è sempre più complicato fare chiarezza.
Foto: Ettore Griffoni – LPS