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Ryder Cup 2021, nessun italiano presente per l’Europa. Migliozzi ci è andato vicino. E Francesco Molinari…

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Per questa volta, a Whistling Straits non ci saranno italiani nella squadra europea di Ryder Cup. Molto dura la concorrenza in questo 2021, ma questo non significa che non ci siano state almeno un paio di possibilità di avere un tricolore all’interno della dozzina capitanata dall’irlandese tre volte vincitore Major Padraig Harrington.

Guido Migliozzi è stato a lungo molto vicino a sognare un esordio che, con tutta probabilità, avrà il tempo di effettuare in anni successivi, visto quanto mostrato nel 2021 con i tre secondi posti nei tornei sull’European Tour e il quarto allo US Open, all’esordio Major. Rimasto fino alla coppia Open d’Italia-BMW PGA Championship vicino alla zona di qualificazione, non è riuscito a superare il taglio in questi due tornei, abbandonando così le speranze di entrare nel team del Vecchio Continente. Questo, naturalmente, nulla toglie al grande anno del vicentino, attualmente al 71° posto nel ranking mondiale.

C’era chi dava delle possibilità a Francesco Molinari, non tanto per il rendimento di quest’anno (che non è stato propriamente il migliore della sua carriera), ma è stato lo stesso torinese, molto prima delle scelte di Harrington. Il suo ragionamento è molto chiaro: non è in forma, per tutto l’anno è stato tormentato da problemi alla schiena, quelli che gli hanno fatto saltare le Olimpiadi, e dunque è giusto che ci vada chi invece è in un momento migliore. E dire che “Chicco” aveva iniziato la stagione con buoni segnali (tre top ten sul PGA Tour), e nonostante i problemi era riuscito a collezionare un 13° posto allo US Open.

Resteranno dunque tre, per ora, le sue presenze in Ryder: la prima arrivò nel 2010, in compagnia del fratello Edoardo, anch’egli a quel tempo nelle zone alte dell’OWGR. Insieme, i due diventarono i primi fratelli a trovarsi in squadra insieme dai tempi di Bernard e Geoffrey Hunt (1963, epoca in cui la sfida era Gran Bretagna-Stati Uniti). Nei foursome e fourball il bilancio fu di una sconfitta e un pareggio, poi “Chicco” perse con Tiger Woods, mentre “Dodo” fu raggiunto all’ultimo da Rickie Fowler, prima che Graeme McDowell facesse esultare gli accorsi a Celtic Manor in uno strano lunedì, conseguenza della pioggia.

Nel 2012, invece, Francesco fu protagonista nell’ormai leggendaria rimonta dell’Europa sugli Stati Uniti a Medinah. Certo, i foursome e fourball ancora non davano fortuna (con Lee Westwood in un caso, con Justin Rose nell’altro), ma pochi minuti dopo il putt decisivo di Martin Kaymer, nella nuova sfida Molinari-Tiger Woods arrivò il pareggio dopo una lotta incerta e in cui Tiger mancò il putt del 14-14. In questo modo, invece di Coppa mantenuta, l’Europa poté parlare di Coppa vinta.

Ma fu il 2018 l’anno d’oro per “Chicco”. Già vincitore Major all’Open Championship, grandissimo protagonista sul PGA Tour e top ten mondiale oramai fisso, il torinese andò a formare una coppia sostanzialmente imbattibile insieme a Tommy Fleetwood. Non per caso da lì nacque l’epopea dei “Moliwood”, che poi è anche un’amicizia lontano dai green. Quattro punti su quattro tra foursome e fourball, un quinto nel match con Phil Mickelson (la cui palla finita in acqua alla 16 del Le Golf National decretò il successo europeo), per arrivare al massimo possibile: 5/5. Un altro colpo da primato.

Prima dei due Molinari, toccò a Costantino Rocca la gloria della Ryder, e per tre edizioni consecutive. Al debutto, nel 1993, giocò e perse sia un fourball che la sfida con Davis Love III, ma nel 1995 fece 3/4 nei primi due giorni, con Sam Torrance e Ian Woosnam, oltre a piazzare una buca in uno diventata storica, una delle sole sei realizzate nella storia dell’evento. Cadde contro Davis Love III alla domenica, come due anni prima, ma l’Europa vinse in rimonta. Nel 1997, invece, dopo un bilancio di 2-1 tra foursome e fourball insieme a Josè Maria Olazabal, nella patria di quest’ultimo (e di Seve Ballesteros, allora nelle vesti di capitano), la Spagna, giunse l’assai ricordato confronto con Tiger Woods, allora ancora promettente: fu una vittoria importante, perché Rocca, Langer e Johansson ressero l’urto di fronte alla rimonta americana.

Foto: Federazione Italiana Golf

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