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Simone Giannelli, Capitano da libro Cuore: condottiero di un gruppo di gladiatori, vero leader di una Squadra

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Un capitano si vede nel momento più difficile, quando la nave sta per affondare e tutto sembra andare alla deriva. In quei frangenti si capisce chi sia un vero condottiero, il trascinatore di un gruppo che si ricompatta quando soffre e in cui le singole individualità si alleano per pensare al bene comune senza troppi fronzoli e senza smanie di protagonismo. Simone Giannelli si è calato alla perfezione nel nuovo ruolo di responsabilità in campo: che fosse uno dei migliori palleggiatori era da tempo un dato di fatto, ma che fosse in grado di emanare tanta grinta e di infondere tanta caparbietà nei confronti dei compagni era tutt’altro che scontato.

L’Italia ha vinto gli Europei 2021 di volley maschile ed è innegabile che buona parte del merito sia passata dalle mani del bolzanino, il quale ha vestito la maglia con la “lasagna” per la prima volta succedendo a Ivan Zaytsev. A 25 anni è già considerato un veterano con 148 partite disputate in azzurro. Aveva conquistato l’argento alle Olimpiadi di Rio 2016 (persa la finale contro il Brasile), aveva disputato i Mondiali 2018 (conclusi al quinto posto), era reduce da due amare edizioni degli Europei e dall’eliminazione ai quarti di finale delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il nuovo ciclo è ripartito dalle mani di questo fuoriclasse e ha subito fatto centro.

C’è un momento ben chiaro in cui si è capita la caratura non soltanto tecnica ma morale di Simone Giannelli: la Slovenia è in vantaggio per 1-0 e 11-10, gli azzurri sono spaesati e troppo tesi in finale, il CT Fefé De Giorgi chiama time-out e con pacatezza dice ai suoi ragazzi “avete delle facce…”. Una frase che li scuote e a cui fa seguito un urlo leonino del capitano, accompagnato da un incitamento a tutta voce che effettivamente ha ridato vigore alla nostra Nazionale. L’atto conclusivo si è poi rivelato durissimo, il sestetto tricolore è andato sotto 1-2 ed è stato costretto ad una rimonta al cardiopalma.

Le mani del nuovo palleggiatore di Perugia (ha lasciato Trento, il club in cui è cresciuto e in cui ha vinto due scudetti, oltre ad aver disputato la finale dell’ultima Champions League) non hanno mai tremato nel corso della rassegna continentale, sono sempre state capaci di alzare palloni impeccabili e di giocare una pallavolo divina. Simone Giannelli ha avuto la capacità di leggere sempre il momento giusto e lo stato di forma delle proprie bocche da fuoco: ha esaltato il talento di Alessandro Michieletto, ha gestito le caratteristiche eclettiche di Daniele Lavia, ha sfruttato col contagocce Giulio Pinali quando era più in difficoltà, ha beneficiato di Yuri Romanò in un surreale tie-break della finale, ha fatto affidamento sui centrali Gianluca Galassi e Simone Anzani.

Meritatissimo MVP degli Europei: miglior giocatore del torneo non soltanto per quanto offerto a livello tecnico e tattico, ma anche per la prova sublime da capitano. Ha sempre creduto alla possibilità di poter alzare al cielo questo trofeo, inseguito per sedici anni dalla nostra Nazionale, e ci è riuscito al termine di una spettacolare cavalcata. Si è aperta una nuova era e ora si deve continuare a sognare in grande.

Foto: CEV

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