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Tennis, non solo Camila Giorgi. Paolini, Bronzetti, Cocciaretto e Trevisan: c’è fermento nel settore femminile

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A leggere la classifica WTA di questa mattina, la parte italiana dice quanto segue: Camila Giorgi al numero 37, Jasmine Paolini al 61, Martina Trevisan al 68, Sara Errani al 105, Elisabetta Cocciaretto al 137, Lucia Bronzetti al 145, Lucrezia Stefanini al 190, Giulia Gatto-Monticone al 197 e Federica Di Sarra al 199.

Solo all’inizio di quest’anno la situazione era, per usare un eufemismo, difficile: c’erano sempre tre azzurre nelle prime 100, ma le posizioni erano Giorgi 76, Trevisan 85 e Paolini 96. Nelle prime 200 giocatrici del mondo, a differenza delle 9 tricolori attuali, ce n’erano 7: Sara Errani ed Elisabetta Cocciaretto si seguivano l’una con l’altra al 131° e 132° posto, poi c’erano Giulia Gatto-Monticone al numero 167 e Martina Di Giuseppe al 189.

Le tre nuove entrate tra le migliori 200 della graduatoria si trovavano in quel momento ben più indietro. Dal basso verso l’alto attuale, Di Sarra era al 320° posto, Bronzetti al 341°, Stefanini al 394°. Ognuna di loro ha vissuto un diverso percorso di crescita, come andiamo a vedere nel dettaglio.

La trentunenne laziale ha vissuto una stagione da 34 vittorie e 23 sconfitte, con ingresso nelle 300 a maggio e la successiva scalata dovuta agli ottimi risultati nei tornei ITF (finale in un W60 a Versmold, in Germania, e quarti nelle ultime due settimane a Montreux, Svizzera, e Wiesbaden, ancora Germania, rispettivamente W60 e W80) e a due squilli ai piani superiori: la qualificazione al WTA 250 di Gdynia e il quasi approdo in main draw agli US Open, dove ha perso all’ultimo turno del tabellone cadetto dalla rumena Elena-Gabriela Ruse.

La ventiduenne di Genova, invece, ha un record nel 2021 di grande rilevanza, 52-19. Il vero punto di svolta è stato l’ITF W60 di Bellinzona: partita dalle qualificazioni, è giunta fino a giocare la finale persa con l’austriaca Julia Grabher. Entrata poco più tardi nelle 300, ha inanellato risultati in serie nei W25, per poi giocarsi la carta delle qualificazioni WTA. Ha fatto di più: tre quarti di finale nel giro di poche settimane, superando tre top 100 e dando fastidio alla slovena Tamara Zidansek, semifinalista al Roland Garros, in quel di Losanna.

Per quel che riguarda invece la la ventitrenne di Carmignano, sono 40 le partite vinte a fronte di 20 perse nel 2021. Brava a qualificarsi ad Abu Dhabi a inizio anno (nello stesso torneo in cui Bianca Turati, anche lei da tenere d’occhio, arrivò al secondo turno), ha poi costruito la propria classifica su una serie di risultati ottenuti con grande costanza negli ITF W15 e W25. Meno fortunata di altre con le qualificazioni a livello WTA, è stata comunque aiutata da queste partire a guadagnare ulteriori posti, tant’è che dopo il 2° turno del tabellone cadetto a Portorose è entrata nelle 200.

Se per Di Sarra il traguardo raggiunto significa poter godere di una più che valida parte finale di carriera, per Stefanini si stanno aprendo buone porte per pensare a sfidare il circuito maggiore. A quest’ultimo livello ha già dimostrato di saper stare Bronzetti, ed è un segnale estremamente importante per il tennis italiano, che da tempo sta faticando a trovare, se non dei ricambi al difficilmente replicabile quartetto delle grandi, quantomeno delle giocatrici che sappiano navigare con stabilità all’interno delle prime 100.

Proprio in quest’ultimo senso va accolta con grande piacere l’ascesa di Jasmine Paolini. Da tempo nella zona della centesima posizione mondiale, quest’anno la toscana ha compreso di poter dare battaglia anche contro giocatrici di alto livello. L’evoluzione del suo solido gioco e della sua classifica stanno andando quasi di pari passo: nel 2020 un primo lampo l’aveva lanciato battendo la russa Daria Kasatkina a Palermo, ma quest’anno i risultati di rilievo si sono moltiplicati.

In particolare, ha iniziato battendo a Melbourne (Gippsland Trophy) la cinese Qiang Wang, al tempo numero 34 del mondo, e poi lottando con la ceca Karolina Muchova. Battaglia anche con l’americana Coco Gauff ad Adelaide, poi una stagione rossa che è parsa complicata, ma ha goduto di due picchi in altrettanti WTA 125. A Saint-Malo, in Francia, ha raggiunto la finale (che di fatto le ha precluso la chance di giocare al Foro Italico), ma soprattutto a Bol (Croazia) ha vinto il torneo e raccolto i punti necessari per andare alle Olimpiadi, dove è uscita per mano della ceca Petra Kvitova. I risultati con le big, però, pur con partite perse in due set, non sono più stati così netti come in passato: Paolini la si è vista molto migliorata nel tenere lo scambio.

Progressi, questi, giunti al loro culmine attuale nelle ultime settimane. I frutti del lavoro con Renzo Furlan sono stati scoperti da tanti agli US Open, dove ha vissuto forse il vero punto di svolta nel 2° turno contro Victoria Azarenka, pur perso, ma con enorme onore, tanto più che la bielorussa è rimasta stupita di come l’azzurra non fosse più avanti nel ranking del numero 99 che occupava in quel momento. Detto, fatto: corsa spettacolare a Portorose quattro top 60 (di cui tre top 50) battute e torneo, il primo della carriera, vinto. Ora, a Chicago, possibile remake con Azarenka al secondo turno, che fosse raggiunto potrebbe farle fare capolino proprio nelle prime 60.

Non è attiva questa settimana, invece, la numero 3 d’Italia: Martina Trevisan ha vissuto una stagione molto difficile, non riuscendo per più di metà anno a ingranare. Non per caso, gran parte del 17-22 che è il record del 2021 si concentra in una serie praticamente infinita di sconfitte interrotta solo al Roland Garros. Solo di recente sono tornate delle buone soddisfazioni: finale al WTA 125 di Karlsruhe e vittoria all’ITF W80 di Valencia, che le ha consentito di balzare nelle prime 70 del ranking. Questa situazione, però, potrebbe cambiare presto: non sono ancora scaduti i punti del Roland Garros 2020, con i quarti di finale; non dovrà dunque sorprendere una vertiginosa discesa lunedì 11 ottobre.

Molto diverso è il discorso legato a Sara Errani ed Elisabetta Cocciaretto. La prima ha sfiorato il ritorno nella top 100, arrivando a pochi punti dagli ottavi e da questo obiettivo a Melbourne contro la miglior Su-Wei Hsieh (Taipei) di sempre. Poi è arrivata un’alternanza di buoni match e prestazioni di minor colore, anche se prendendo in esame il solo 2021 (la Race, in sostanza) è numero 3 d’Italia e dentro le 100, seppur di poco. La seconda, invece, è stata molto tormentata dagli infortuni e non scende in campo da luglio (Budapest): l’impressione è che abbia dato definitivamente appuntamento al 2022. Ed è un peccato, perché le qualità per prendersi i suoi spazi le ha e l’ha dimostrato anche quando ha potuto giocare libera da guai fisici (leggere alla voce semifinale a Guadalajara). Con i suoi vent’anni, il tempo è ancora tutto dalla sua parte e non si fa fatica a immaginare che lo possa dimostrare in pieno.

Una situazione, ad ogni modo, migliore e in maniera netta rispetto al 2020, in cui, a esclusione dei quarti parigini di Trevisan, non si era visto molto. Il 2021 ha regalato qualcosa di davvero importante: il lampo di Camila Giorgi al WTA 1000 di Montreal, culmine di un periodo di forma molto elevato che l’aveva portata fino ai quarti delle Olimpiadi, fra le altre cose. Il suo ritorno nelle prime 40, livello senz’altro più realistico rispetto a quello del tempo dei tormenti fisici, rappresenta qualcosa di cui il tennis italiano al femminile aveva, e ha, un gran bisogno, in questo momento nel quale stanno anche provando a emergere le nuove leve. Certo, un po’ di fortuna in più per la marchigiana agli US Open sarebbe stata gradita, vista la sfida persa con la rumena Simona Halep al primo turno; le opportunità non sono però finite e proseguono, al momento, sul veloce americano, terreno di caccia particolare se ce n’è uno stante l’anomala struttura di questa fase di stagione.

Si parlava all’inizio anche di Gatto-Monticone e Di Giuseppe: per le due, giocatrici oramai di esperienza sul circuito, stagioni un po’ opache rispetto agli ultimi due anni, con cali al numero 197 e 281 del mondo e una certa fatica anche a livello ITF. Non sono certo le uniche, dato che la stessa Turati, dopo Abu Dhabi, pur guadagnando qualche posizione non è riuscita a salire di livello.

La speranza, infine, è di trovare altri nuovi nomi che emergano da dietro: il pensiero corre ancora una volta a Lisa Pigato e Melania Delai, diciottenni attualmente numero 504 e 594 del mondo, mentre Matilde Paoletti è stata fermata da una positività al Clostebol ravvisata durante il torneo WTA di Palermo.

In conclusione, non si può sapere se tornerà ai livelli che hanno fatto sperare non poco in passato, ma l’augurio è che Deborah Chiesa possa ritrovare quantomeno la strada dei tornei, dopo la forma di artrite che l’ha colpita (un problema non tanto diverso, per dirne una, ha costretto al ritiro Caroline Wozniacki).

Foto: LaPresse

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