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US Open 2021, Andreas Seppi senza tempo. Matteo Berrettini carbura partita dopo partita e mette Djokovic nel mirino
Uno è l’uomo che tutti aspettano ai quarti di finale, l’altro è colui che, invece, oramai nessuno pensava più potesse arrivare tanto avanti. Da una parte Matteo Berrettini, dall’altra Andreas Seppi, per quella che è l’unione di due mondi lontani, di due tennis di epoche diverse che stanno viaggiando sulla stessa linea. Per Seppi, inoltre, la connessione è ancora più stretta con Jannik Sinner, visto che sono entrambi altoatesini.
Lo raccontò anni fa David Goffin, che tanto lui quanto il padre dissero pubblicamente ai media di non guardare tanto i supercampioni come Federer, Nadal, Djokovic e Murray, ma i professionisti, quelli veri. Indicando un solo nome: quello di Andreas Seppi. Non c’è persona nel circuito che non ne riconosca l’etica del lavoro, e a 37 anni l’uomo di Caldaro ne ha combinata un’altra delle sue, mettendo di nuovo a nudo le debolezze di Hubert Hurkacz a livello Slam. Il polacco l’ha battuto in quattro set, e ora, con il qualificato tedesco Oscar Otte al terzo turno, si verifica una situazione davvero particolare. Per entrambi, infatti, è un’enorme occasione di ottavi di finale. A Seppi servirebbero come chiusura del cerchio, perché New York è sempre stata “maledetta” (fermato da Roddick nel 2008, Istomin nel 2013 e Djokovic nel 2015). A Otte darebbero la possibilità di entrare, a 28 anni, in molti tabelloni principali ATP senza dover fare le qualificazioni.
Hurkacz non si aggiunge alla lista dei dieci top ten battuti da Seppi in carriera (il primo fu Canas nel 2005 ad Amburgo, l’ultimo Khachanov a Mosca nel 2019 nella stessa settimana, ironia della sorte, della prima semifinale ATP del suo corregionale). Diventa, però, l’ennesima dimostrazione che Seppi c’è eccome in questo tennis, e che se anche si trova vicino alla fine della sua parabola agonistica, benché nessuno sappia quanto, sa ancora come dire agli avversari che, con il suo gioco solido, dev’essere battuto. Non doveva neppure essere al Roland Garros, vi ha battuto Felix Auger-Aliassime. Sulla “sua” erba è arrivato ai quarti a Eastbourne. Sul veloce USA sembrava non riuscire più a ingranare, ma l’ha fatto. E proprio nel momento giusto, in quella New York dove potrebbe completare il cerchio dei quarti turni diventando il secondo azzurro nell’anno, dopo Berrettini, a fare il pieno in carriera con il 2021.
E a proposito di Berrettini, il suo punto di svolta potrebbe essere il secondo set, quello perso, con il francese Corentin Moutet. Un avversario complicato, il transalpino, per buona misura ben più del suo connazionale Jeremy Chardy, che però il numero 8 del mondo è riuscito alla lunga a disinnescare. Non è ancora il Berrettini di Wimbledon (se non altro anche perché continuano a essere tanti gli errori gratuiti, in questo caso 58, benché viziati dal tipo di partita che l’ha costretto ad affrontare Moutet), ma il rendimento è già di quelli buoni. Non potrà permettersi troppe distrazioni col bielorusso Ilya Ivashka, in uno spot di tabellone lasciato libero da Fabio Fognini in termini di teste di serie, ma parte da favorito assoluto per arrivare a Novak Djokovic, in quello che può essere il quarto di finale più atteso di tutti, se non altro per la rincorsa del serbo al Grande Slam.
Foto: LaPresse