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US Open, Matteo Berrettini: “Al momento c’è poco che io possa fare. Djokovic alza sempre il livello”
Matteo Berrettini chiude ai quarti di finale il proprio cammino agli US Open: Novak Djokovic lo ha sconfitto in quattro set, andando a due soli match dal completamento del Grande Slam. Dopo un’ora e un quarto di primo parziale vinto dall’italiano, il serbo ha mantenuto un livello di gioco che, ad oggi, pochissimi (ammesso che quei pochissimi esistano) sono in grado di tenere al meglio dei tre set su cinque per intero.
Queste le parole del romano in conferenza stampa: “Non ho mai provato nulla di simile. Due anni fa con Nadal fu diverso, ero arrivato in semifinale più stanco e dopo due set avevo finito le energie. Oggi stavo bene, ma non sono riuscito a tenere il livello di Djokovic per tutta la partita. Ho giocato bene, ma oggi si è visto perché è il più forte al mondo: non importa come stai giocando, lui fa semplicemente meglio. Per quanto potessi giocare bene, lui ha continuato ad alzare il livello, lo mantiene solo lui, e ha fatto meglio. Ha meritato la vittoria, ho visto le statistiche: fanno impressione”.
Dopo quei 75 minuti: “Chiunque dopo un primo set dopo quello che abbiamo giocato avrebbe pagato con un po’ di stanchezza. Lui invece ha preso energia da quel set, al momento non c’è molto che io possa fare. E’ successa la stessa cosa a Wimbledon. Ci è abituato. Da questa partita imparo molto e l’obiettivo è quello di essere pronto la prossima volta”. Provare a sconfiggerlo: “Parliamo di battere il numero uno al mondo che quest’anno non ha perso un match al meglio dei cinque. In futuro dovrò mantenere l’intensità fisica e mentale del primo set per tutta la partita, ma finora nessuno ci è riuscito“.
Interpellato poi sulla questione del migliore di sempre: “È sempre difficile questa domanda per me perché ci sono opinioni personali e poi ci sono le statistiche. So solo che stiamo vivendo qualcosa che non è successo negli ultimi anni. Guardando solo le statistiche, Djokovic sta facendo qualcosa che Federer e Nadal non hanno fatto. Poi tutti possono dire che il G.O.A.T. è un giocatore o un altro. Ci sono ancora alcuni che pensano che McEnroe o Sampras o Agassi fossero semplicemente migliori di lui. È una sensazione personale. Penso che questo sia il bello di questo sport. Ad esempio, per me, LeBron è migliore di Michael Jordan, ma non mi uccideranno per questo. Penso che giocare contro Djokovic sia un onore in un certo senso, perché stiamo vivendo qualcosa di grande. Gli ho augurato buona fortuna per quello che sta facendo. Alla fine delle loro carriere faremo un confronto. Ma mi piace quello che stanno facendo. Non mi piace scegliere uno dei tre”.
Foto: LaPresse