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Volley, come sono cambiate le squadre di Superlega: acquisti e cessioni stagione 2021-2022

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La Superlega mantiene, anche nella stagione post-Covid, lo status di Campionato più bello del mondo. Nella stagione in cui il rischio di dismissione c’era, eccome, al termine dell’annata senza pubblico in uno sport dove una parte importante dei bilanci di molte società è rappresentata proprio dagli incassi su biglietti e abbonamenti, si assiste addirittura ad una crescita del livello medio del campionato e il segnale che l’Italia è il posto più ambito da chi gioca a pallavolo sono i tanti ritorni eccellenti, da Ngapeth a Bruno, da Anderson a Zaytsev, tutti grandi protagonisti della pallavolo che conta.

Le big hanno mantenuto il loro status di squadre in grado di lottare al massimo livello europeo, oltre che in Italia, con un passo avanti deciso di Modena che, almeno sulla carta, ha scavalcato Trento il cui passo indietro è più sulla carta che nella sostanza ma le buone notizie arrivano dalle squadre di media fascia che hanno spesso innalzato la qualità dei roster e dunque l’impressione è che gli scontri interessanti non si limiteranno certo ai big match tra squadre che puntano dichiaratamente allo scudetto e che, anzi, le big troveranno di fronte a sé un terreno minato nella corsa all’obiettivo finale.

Ecco, dunque, le novità della Superlega 2021/2022 che sta per prendere il via.

CIVITANOVA. Squadra che vince un po’ si cambia. Qualche aggiustamento era necessario anche per i dominatori della passata stagione in Italia, soprattutto dopo l’addio di un uomo chiave come Leal, e dunque dentro un campione olimpico come Lucarelli, reduce da una stagione in altalena a Trento, e dentro l’uomo faro della pallavolo italiana nell’ultimo decennio, lo Zar Ivan Zaytsev che arriva da un anno difficile, frutto di scelte comprensibili solo in parte e che vuole ripartire dalle Marche per riconquistare la fiducia dei tifosi italiani e magari giocarsi l’ultima chance olimpica a Parigi. Proprio Zaytsev è l’incognita, visto che arriva da un intervento chirurgico, ma Beppe Cormio non è stato a guardare ed ha inserito in rosa come opposto anche l’interessante portoricano Garcia Fernandez. Gianlorenzo Blengini è, come lo Zar, a caccia di riscatto dopo la delusione olimpica. E’ ancora la squadra da battere. La formazione tipo: De Cecco-Zaytsev, Anzani-Simon, Juantorena-Lucarelli, Balaso.

PERUGIA. Squadra che perde si cambia, eccome. Ha salutato l’uomo simbolo della Perugia da vertice, Bata Atanasijevic, reduce da una stagione complicata, ma non è detto che sia un addio definitivo. Al suo posto è arrivato un campione d’Italia, il lussemburghese Rychlicki, che lo scorso anno ha bastonato gli umbri in tutte le finali con la maglia di Civitanova. Il cambio epocale, però, è in cabina di regia, dove è arrivato Simone Giannelli e bastano nome e cognome per certificare il salto di qualità. Anche in banda il nuovo acquisto è di valore assoluto: Matt Anderson, schiacciatore che non è alla prima esperienza italiana e soprattutto che ha fatto grande lo Zenit San Pietroburgo, giocando in diagonale con un certo Leon, da cui sicuramente ci si aspetta di più rispetto alla travagliata stagione passata. In panchina ci sono elementi come Travica, Plotnytskiy e uno fra Russo e Ricci, tutta gente che giocherebbe titolare quasi ovunque altrove: toccherà a Nikola Grbic, reduce dalla vittoria in Champions, calmare eventuali bollenti spiriti. La formazione tipo: Giannelli-Rychlicki, Anderson-Leon, Ricci (Russo)-Solè, Colaci.

MODENA. Da quarta incomoda a squadra da battere, o una delle squadre da battere. Dopo la stagione di transizione, il club gialloblù ha puntato al massimo, costruendo un “all star team” di assoluto spessore, il cui debutto coinciderà con il ritorno del popolo modenese al PalaPanini, il tempio del volley italiano. Il ritorno di Bruno in regia basterebbe già da solo a infiammare i cuori dei tifosi modenesi ma Katia Pedrini ed il suo staff hanno fatto di più, riportando a “casa” nientemeno che Earvin Ngapeth, con tanto di oro olimpico al collo e tanta voglia di vincere a Modena. Se si aggiunge il bomber delle ultime stagioni nel campionato italiano, l’opposto Nimir Abdel-Aziz, le cui responsabilità in attacco saranno meno pesanti rispetto a quelle, ad esempio, della Nazionale olandese, con meno rischi di finire in tilt e il miglior martello ricevitore degli ultimi play-off, il brasiliano di origine cubana Leal, ecco uscire un mix intrigante dal profumo inequivocabile di scudetto. Andrea Giani ha per le mani una corazzata ma non è certo quello che si fa intimorire. La formazione tipo: Bruno-Abdel-Aziz, Stankovic-Mazzone, Leal-Ngapeth, Rossini.

TRENTO. Non è stata un’estate facile per i tifosi trentini. Era ancora primavera, l’1 maggio, quando è arrivata la sconfitta nella finale di Champions League e da lì in poi tanti addii eccellenti e, da ultimo, le dimissioni irrevocabili di chi questo club lo ha reso grandissimo come Diego Mosna. Eppure a Trento si può continuare a sognare perché la squadra è una sorta di laboratorio azzurro con innesti di qualità ed esperienza. Se ne è andato Giannelli ma il vuoto è colmato dal suo vice in Nazionale, l’alzatore Riccardo Sbertoli, nato e cresciuto a Milano e alla prima esperienza “lontano da casa”, se ne è andato Abdel-Aziz ed è arrivato l’opposto campione d’Europa, Giulio Pinali, tutto da verificare ad altissimo livello ma con un’estate di grandi esperienze internazionali alle spalle, se ne è andato Lucarelli ed è arrivato lo schiacciatore della Nazionale azzurra Daniele Lavia, reduce da un Europeo di altissimo livello e nipote prediletto della scuola italiana dei martelli ricevitori anni ’90. Alessandro Michieletto, ormai sulla bocca di tutti come prossimo leader azzurro, non se ne è andato e ha tanta voglia di confermarsi dopo aver disputato una finale di Champione, vinto un Europeo, partecipato a tutto tranne alla gara di tiro con l’arco, nell’estate del volley che si deve ancora concludere. Al centro c’è una delle coppie più belle del mondo, Lisinac e Podrascanin e come libero sarà bello scoprire le qualità del tedesco Zenger, per cui garantisce Giani. Il jolly? Un siugnore che viene dalla Bulgaria e che da queste parti ha alzato tutte le Coppe possibili e immaginabili, Matej Kaziysky che potrà giocare sia in banda che opposto, alla bisogna. Angelo Lorenzetti affronta l’ennesima sfida di una grande carriera con il solito, enorme entusiasmo e con la solita competenza. Ci si può divertire. La formazione tipo: Sbertoli-Pinali, Lisinac-Podrascanin, Lavia-Michieletto, Zenger.

MONZA. E’ stata la grande rivelazione dello scorso anno, ha disputato la prima semifinale scudetto della sua storia, ha alzato la coppa Cev e, in estate, è diventata in qualche modo terreno di caccia e ha dovuto rinunciare ad un paio di “gioiellini” finiti nella vicina Piacenza come l’opposto turco Lagumdzija e il centrale Holt. Non c’è più Filippo Lanza che ha rivestito un ruolo importante nella seconda parte della scorsa stagione ma i dirigenti brianzoli non sono rimasti a guardare. Come opposto è arrivato il roccioso tedesco Grozer, reduce da una stagione non fortunatissima a Piacenza ma un mix di esperienza e potenza che assicura continuità e sostanza dopo l’addio di Lagumdzija, al centro giocherà Grozdanov, il bulgaro che ha disputato due grandi stagioni da titolare a Ravenna, capace di assicurare qualità a muro e in attacco, Per il resto promosso il bielorusso Davyskiba a titolare e confermato il resto della squadra, compresi due azzurri, il centrale Galassi, reduce da un’estate da stakanovista, e lo sfortunato libero Federici che avrà modo di indossarlo l’azzurro. Massimo Eccheli ha dimostrato tutto il suo valore lo scorso anno, è una garanzia. La formazione tipo: Orduna-Grozer, Galassi-Grozdanov, Dzavoronok-Davyskyba, Federici.

PIACENZA. Hristo Zlatanov ha fatto le cose per bene. C’era bisogno di una rivoluzione e rivoluzione è stata con criteri ben precisi ed è uscita una squadra molto interessante che potrebbe, in mano ad un tecnico scafato come Lorenzo Bernardi, risultare tra le rivelazioni della stagione ad altissimo livello. La diagonale è subito da urlo: in regia il campione olimpico Brizard, decisivo a Tokyo con i suoi ingressi in corsa, l’opposto è il turco Lagumdzija che ha trascinato a suon di punti, Monza alla semifinale scudetto lo scorso anno. A proposito di Francia, in banda ci sarà Rossard, fra i migliori schiacciatori della scorsa stagione con la maglia di Vibo Valentia, in diagonale con una rivelazione che può diventare certezza: Francesco Recine. Al centro sempre da Monza è arrivato lo statunitense Holt, che in Italia ha piantato le tende, e, sempre da Vibo, è stato prelevato Enrico Cester, che fa dell’esperienza e della continuità di rendimento i suoi punti di forza. L’unica conferma è per il giovane libero Scanferla, anche lui nella fase che va da promessa a realtà. In panchina c’è un certo Toncek Stern, che ha appena affondato la Polonia e fatto sudare le proverbiali sette camicie all’Italia nella fase finale degli Europei con la maglia della Slovenia. Un supporto o una minaccia per Lagumdzija? La formazione tipo: Brizard-Lagumdzija, Rossard-Recine, Holt-Cester, Scanferla.

MILANO. Al club meneghino non è mai mancato il coraggio, quando si parla di alzatori. Ha lanciato Riccardo Sbertoli e ora si appresta a puntare tutto su uno degli elementi più interessanti del panorama giovanile azzurro, Paolo Porro che affronta la sua prima Superlega da titolare i cabina di regia di un club importante. Da Verona è arrivato uno schiacciatore di sostanza come lo statunitense Jaeschke che potrà dare sostanza in attacco e in ricezione. Per il resto tante conferme, dall’opposto campione olimpico Patry, alla banda Ishikawa, al centrale azzurro Piano, al libero Pesaresi. Due le novità importanti: il centrale Chinenyeze, altro olimpionico francese che arriva dalla splendida stagione di Vibo Valentia e Yuri Romanò, l’opposto che ha cambiato le sorti della finale europea con i suoi 11 punti in un set e mezzo. Rubare il posto a Patry non sarà facile ma una stagione del genere (una sola) potrebbe aiutare a rendere meno traumatico l’impatto con la Superlega. Ha 25 anni ed è in rampa di lancio, non si può permettere di attendere oltre. Roberto Piazza ha materiale su cui lavorare, come piace a lui. La formazione tipo: Porro-Patry, Chinenyeze-Piano, Jaeschke-Ishikawa, Pesaresi.

VIBO VALENTIA. Rivoluzione o Revolucao, per dirla alla brasiliana. Il cuore della Calabria del volley ha battuto forte lo scorso anno. La squadra di Valerio Baldovin è stata una delle rivelazioni della stagione e tanti operatori di mercato hanno cercato di smembrarla, riuscendoci solo in parte. Se ne sono andati quattro elementi chiave come Rossard, Defalco, Chinenyeze, Cester e Aboubacar e il club vibonese ha pensato bene di pescare a piene mani nel campionato brasiliano dove ha da tempo un filo diretto. Dal Funivic Taubatè sono arrivati i due schiacciatori d’oro a Rio 2016 Mauricio Borges e Douglas Souza. Il primo, campione olimpico a Rio 2016, classe 1989 ha già avuto esperienze in Europa al Fakel e all’Arkas Izmir ma mai in Italia, il secondo, famoso per aver dichiarato di voler essere il primo giocatore di volley dichiaratamente omosessuale (qualcuno lo ha preceduto ma conta il giusto), ha 26 anni ed è alla sua prima esperienza fuori dai confini brasiliani. Il centrale che ha preso il posto di Chinenyeze è nato nel 1993, si chiama Flavio Gualberto, arriva dalla sua prima esperienza fuori dal Brasile con la squadra polacca dell’Aluron CMC Warta Zawiercie. L’altro centrale sarà l’ex azzurro Candellaro, reduce da una stagione non straordinaria a Piacenza e desideroso di riscatto. Come opposto, a sostituire Aboubacar, il club calabrese ha pescato nell’insolito mercato giapponese, puntando sul giovane (21 anni) Yuji Nishida, che si è già conquistato la maglia della Nazionale nipponica. Le conferme sono l’esperto alzatore Saitta, tornato in azzurro nella scorsa estate e il libero Rizzo. La formazione tipo: Saitta-Nishida, Mauricio Borges-Douglas Souza, Candellaro-Flavio Gualberto, Rizzo.

PADOVA. Da sempre fucina di talenti e squadra capace di tirare fuori dal cappello a cilindro stagioni di altissima qualità, Padova arriva da un’annata meno altisonante di altre e si è mossa bene sul mercato. In regia, da Perugia, è arrivato l’alzatore Zimmermann, una garanzia a livello di esperienza. L’opposto viene sempre dalla Germania ed è il secondo di Grozer in Nazionale (destinato a diventare primo a breve per raggiunti limiti di età del compagno-collega): Linus Weber, proveniente dal Friedrichshafen, squadra faro del movimento tedesco. In banda a fianco del talentino azzurro Mattia Bottolo che potrà continuare a crescere a due passi da casa, c’è il canadese Eric Loeppky, vera e propria rivelazione dello scorso campionato nelle file di Ravenna. Volpato (un’istituzione) e Vitelli confermati al centro, mentre come libero, dopo l’addio di Danani, si punta forte su Mattia Gottardo, prodotto del vivaio locale, classe 2001, nato a Cittadella e cresciuto a Padova. In panchina conferma per Jacopo Cuttini che potrà continuare il lavoro iniziato lo scorso anno. La formazione tipo: Zimmermann-Weber, Volpato-Vitelli, Bottolo-Loeppky, Gottardo.

VERONA. E’ una delle squadre che ha cambiato meno rispetto alla scorsa stagione, puntando ancora una volta sulla bravura e l’esperienza di Radostin Stoytchev in panchina. La diagonale è sempre la stessa con Spirito e Jensen, arrivato in corsa e dimostratosi elemento di sicuro affidamento in attacco. In banda  conferma per Asparuhov e novità dalla Slovenia con l’arrivo del centrale Mozic, finalista europeo, lo scorso anno a Maribor. Al centro uno sprazio di azzurro, con l’arrivo da Trento di Lorenzo Cortesia, fresco campione d’Europa, in diagonale con un ex campione d’Europa come il francese Jonas Aguenier, anche lui in rosa anche lo scorso anno. Conferma anche per il libero Bonami, mentre in panca c’è un certo Raphael che potrà portare esperienza e qualità in cabina di regia. La formazione tipo: Spirito-Jensen, Aguenier-Cortesia, Asparuhov-Mozic, Bonami.

RAVENNA. Estate travagliata, quella del club romagnolo, che sembrava potesse sparire dai radar della Superlega ma che invece, pur dovendo sottoporsi alla ormai consueta e dolorosa per i tifosi, rivoluzione, è riuscita a superare le difficoltà e si presenta al via del massimo campionato con una formazione tutta nuova. In panchina c’è un gradito ritorno, quello di Emanuele Zanini, la cui ultima avventura italiana risale a Siena nel 2018/2019 e che è attualmente coach della Croazia. La squadra giallorossa è un mix di scommesse e ritorni. I ritorni sono quelli del libero Goi, per anni in forza alla squadra romagnola e dell’opposto olandese Klapwijk che da quelle parti era già stato all’apice della sua carriera qualche anno fa, senza lasciare ricordi indimenticabili. Arrivano da due paesi non convenzionali per il grande volley gli schiacciatori titolari: lo svizzero Ulrich, che lo scorso anno giocava nello Schonenwerd e il macedone Ljaftov, ex Hebar Pazardszhik in Bulgaria. Al centro due italiani provenienti dalla serie A2, in particolare da Brescia Candeli e da Castellana Grotte Erati, mentre da Verona, dove era il secondo di un altro ex, Luca Spirito, proviene l’alzatore serbo classe 1998 Milan Peslac. Chi si abbandona a risatine ironiche è bene che sappia che da Ravenna sono passati negli ultimi anni l’austriaco Buchegger (tra i migliori opposti della stagione e capace di alzare la coppa cev con la maglia giallorossa, poi bloccato da brutti infortuni) e il lussemburghese Rychlicki, che ha appena vinto scudetto e Coppa Italia, tanto per fare due nomi… Detto questo evitare la retrocessione per Ravenna sarà un’impresa titanica. La formazione tipo: Pelac-Klapwijk, Ulrich-Ljaftov, Candeli-Erati, Goi.

CISTERNA. Mai più come lo scorso anno. Cisterna, con tutti i limiti di budget con cui è fondamentale fare i conti, ha cercato di allestire una squadra in grado di far dimenticare la passata stagione. Ha affidato la guida a Fabio Soli, che rientra in gioco dopo tante stagioni positive e il black out dello scorso anno a Monza e la guida in campo ad un signor alzatore come Michele Baranowicz che lo scorso anno a Piacenza ha mostrato di essere ancora “on fire”. Come opposto è stato riconvertito il centrale polacco Szwarc, scommessa ponderata. In banda è arrivato un elemento di valore come lo schiacciatore canadese Maar, ex Milano e due giovani italiani pronti a contendersi il posto, il promettentissimo Rinaldi, figlio d’arte, ex Modena e, di ritorno dalla Francia, Raffaelli che in Superlega ha fatto già le sue esperienze a Ravenna. Alle loro spalle un vecchio leone come Parodi, sempre pronto a dare una mano, forte della sua grande esperienza. Al centro il granitico tedesco Krick e l’esperto australiano Zingel, proveniente da Verona. Il libero è ancora Cavaccini. La formazione tipo: Baranowicz-Szwarc, Krick-Zingel, Rinaldi-Maar, Cavaccini.

TARANTO. E’ l’unica neo-promossa ed ha puntato soprattutto sull’”usato sicuro”, a partire dal palleggiatore che è l’esperto Marco Falaschi, campione d’Italia con Civitanova, da secondo di De Cecco e di ritorno in Puglia dopo le esperienze a più riprese di Castellana Grotte. L’opposto è Giulio Sabbi, desideroso di riscatto dopo la stagione sfortunata di Cisterna che ha segnato il suo ritorno in Italia. Al centro ci sono i confermati Alletti e Di Martino, che la Superlega la conoscono, in banda, sempre da Cisterna, è arrivato l’ex azzurro Randazzo, uomo d’ordine, capace comunque di assicurare buone percentuali in attacco e Joao Rafael Ferreira che non ha resistito al richiamo della Puglia dopo le sue esperienze di un lustro fa a Molfetta (poi ha giocato anche a Sora dove ha vinto il titolo di miglior ricevitore del 2019). Classe 1993, giocava con gli schiacciatori di Vibo Valentia al Taubatè Funivic, vincitore della Coppa di Brasile nell’ultima stagione. Il libero viene dalla serie A2, da Mondovì ed è Filippo Pochini, l’allenatore è il vate del volley pugliese, Vincenzo Di Pinto: con lui in panca salvarsi sarà meno complicato. La formazione tipo: Falaschi-Sabbi, Alletti-Di Martino, Randazzo-Joao Rafael, Pochini. 

Foto Roberto Muliere

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