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Volley, Europei 2021. Italia-Serbia: la sfida infinita. De Giorgi studia un piano tattico diverso
Si conoscono tutti, alcuni sono amici veri ma quando in mezzo c’è una rete non c’è spazio per i sentimenti. Tra Italia e Serbia gli intrecci sono sempre intriganti e non è mai una sfida banale o che conta poco. Stavolta c’è l’Italia che vuole tornare in una finale europea otto anni dopo l’ultima disputata e persa contro la Russia a Copenhagen e c’è la Serbia campione in carica, che non vuole scendere dal trono d’Europa.
E’ una partita difficilmente decifrabile (come ogni semifinale che conta) soprattutto per il dubbio che riguarda la presenza o meno di Aleksandar Atanasijevic, l’opposto serbo che ha saltato il quarto di finale contro l’Olanda, che da un anno deve fare i conti con problemi fisici e che ha disputato un Europeo a corrente alternata finora, dove il punto più alto sono stati i 16 punti in tre set contro l’Ucraina e quelli più bassi sono stati i 7 in cinque set contro la Turchia agli ottavi e i 12 in cinque set contro la Polonia nella sfida clou del girone, persa al tie break dai serbi.
Il vero Atanasijevic al momento non si è intravisto ma si sa che le grandi sfide accendono i grandi campioni anche nei momenti di difficoltà e il timore è che “Bata” possa svegliarsi proprio al momento decisivo e iniziare a picchiare duro contro una squadra composta di elementi che conosce benissimo per averli affrontati tante volte nel massimo campionato italiano. Pure De Giorgi lo conosce bene e avrà preparato per lui un trattamento simile a quello riservato a Grozer che ha tolto di mezzo l’oppostone tedesco dopo pochi punti. Non dovesse giocare Atanasijevic, è pronto Luburic che è un buon opposto, capace di svolgere al meglio il compito che gli viene richiesto ma difficilmente in grado di fare la differenza.
Molto importante in casa azzurra sarà mantenere il livello di efficacia del servizio visto nelle partite importanti fin qui giocate dalla squadra di De Giorgi (Bulgaria, Slovenia e Germania). Si sa che l’arma letale della Serbia è il gioco veloce con due attaccanti dal centro del calibro di Lisinac e Podrascanin, che formano una delle coppie più forti al mondo. Costringere Jovovic a forzare il primo tempo con una ricezione traballante o a rinunciarvi potrebbe essere un’arma altrettanto letale in mano alla squadra azzurra che ha dimostrato di possedere un sistema muro-difesa su attacco di palla alta molto solido in questo Europeo.
Il muro è l’altro aspetto che può fare la differenza: De Giorgi cambierà qualcosa dal punto di vista tattico rispetto alla sfida con la Germania, dove i centrali sono stati cercati piuttosto raramente da Giannelli per costringere i centrali avversari a spostarsi. Qui siamo di fronte a due avversari a muro di primissimo livello anche sulla palla alta e dunque servirà far giostrare un po’ più il gioco in modo da non dare riferimenti fissi a Lisinac e Podrascanin e molto di questo dipenderà dalla ricezione azzurra. L’altro uomo su cui gli azzurri dovranno concentrarsi è Uros Kovacevic, arrivato in gran forma all’appuntamento continentale: è lui il top scorer serbo finora e sarà molto interessante vedere la sfida a distanza (ravvicinata) con il suo “allievo” trentino Alessandro Michieletto che non fa segreto del fatto di aver imparato dall’esperto serbo qualche colpo del suo variegato repertorio offensivo.
Dei quattordici atleti in campo nei due starting seven due soli elementi, Ivovic e Majstorovic, rispettivamente banda e libero serbo, non hanno mai disputato almeno una stagione in Italia e nove protagonisti della sfida saranno al via nella Superlega del prossimo anno. Gli azzurri scenderanno in campo con Giannelli in regia, Pinali opposto, i centrali Galassi e Anzani, le bande Michieletto e Lavia, il libero Balaso. La Serbia risponderà con Jovovic in regia, Luburic (o Atanasijevic) opposto, i centrali Podrascanin e Lisinac, le bande Ivovic e Kovacevic e Majstorovic libero. Si gioca alle 21.00.
Foto Fivb