Pallavolo
Volley, Italia-Serbia: “Ancora tu…ma non dovevamo vederci più?”
“Ancora tu…ma non dovevamo vederci più?“. Non esistono versioni ufficiali in serbo della hit di Lucio Battisti ma qualcuno, a Belgrado e dintorni, potrebbe anche pensarci a incidere questo pezzo, magari rivolgendosi direttamente all’Italia che, da due anni a questa parte, contro i serbi negli sport di squadra da palestra, è pressochè infallibile.
La Serbia di Kovac proverà sabato a porre fine all’incubo azzurro per i serbi, iniziato esattamente due anni fa quando Zaytsev e compagni demolirono la squadra allenata da Nikola Grbic nella sfida decisiva per l’accesso ai Giochi di Tokyo che si sarebbero dovuti tenere l’anno successivo e che invece si sono svolti poco meno di due mesi fa con l’uscita di scena della squadra di Blengini ai quarti di finale contro l’Argentina. Giannelli e Anzani sono gli unici “superstiti” della squadra che giocò contro la Serbia la gara forse più convincente del quinquennio seguito ai Giochi Olimpici di Rio.
Il 2021 ha riproposto la sfida tra Italia e Serbia, con in palio un posto a Tokyo, nel torneo di qualificazione olimpica di basket a Belgrado. In pochi, stavolta, avrebbero scommesso sul colpaccio della squadra azzurra di Sacchetti che, invece, ha giocato la partita perfetta ed ha espugnato uno di quei Palasport che mettono paura solo a guardarli da fuori, la Stark Arena. Una vittoria destinata a restare stampata nella storia del basket italiano che ha posto fine ad un digiuno olimpico lungo 17 anni con una squadra dall’età media molto bassa e che può regalare ancora tante soddisfazioni agli appassionati italiani, che hanno potuto festeggiare il quinto posto azzurro ai Giochi Olimpici.
Qualche analogia con il successo sotto canestro c’è con l’ultimo trionfo azzurro in Serbia e contro la Serbia ottenuto dalle ragazze di Davide Mazzanti nell’Europeo che si è concluso due settimane fa e che ha visto l’Italia tornare dopo 12 anni sul gradino più alto del podio. Le azzurre, come la nazionale di basket, hanno un’età media più bassa rispetto alle serbe e, anche in questo caso, non partivano con i favori del pronostico. Potrebbe trattarsi di passaggio delle consegne quantomeno sulla leadership europea che, da Rio in poi, ha sempre visto la Serbia essere la squadra di riferimento con l’Italia che ha tentato più volte, senza riuscirci, l’assalto alla diligenza (sconfitte pesanti per le azzurre in finale ai Mondiali e nei quarti ai Giochi di Tokyo).
In tema di analogie, la situazione si ripropone anche nella semifinale in programma sabato pomeriggio perchè da una parte c’è una Serbia, campione d’Europa in carica, esattamente come la squadra femminile, il cui blocco è composto da giocatori non più di primo pelo (Lisinac, Podrascanin, Kovacevic e Ivovic, tanto per fare qualche nome) ma non certo a fine corsa e dall’altra c’è un Italia giovanissima e in grande crescita che finora ha messo in mostra la pallavolo di più elevata qualità dell’intero Europeo.
Foto Fivb