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Volley, l’Italia contro la Serbia nella bolgia di Belgrado: serve l’impresa per vincere gli Europei. È la bestia nera

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Ci hanno sempre fatto piangere negli ultimi tre anni. Quando contava davvero, quando c’era qualcosa di importante in palio, la Serbia indossava i panni del giustiziere e gettava l’Italia nello sconforto più totale: finale dei Mondiali 2018, semifinali degli Europei 2019, quarto di finale delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Le ragazze di coach Zoran Terzic hanno sempre avuto ragione, imponendosi o di stretta misura (la rassegna iridata si decise sul filo di lana al tie-break) o in maniera schiacciante e senza appello (come ai Giochi, un mese fa). La nostra Nazionale ha trovato la sua nuova bestia nera, quella che ha preso il posto dell’Olanda che ci metteva in ginocchio fino a un paio di stagioni fa, fino alla svolta del preolimpico di Catania e ieri scacciata definitivamente.

Dopo tre sonori ko che hanno sicuramente inciso sulla salute del nostro movimento, la formazione del CT Davide Mazzanti ci riprova e tenta l’autentico colpaccio: sconfiggere le Campionesse del Mondo nella loro tana, espugnare la Stark Arena di Belgrado gremita da almeno 8000 spettatori, battere le Campionesse d’Europa a un pass dal tris continentale consecutivo (impresa riuscita soltanto all’Unione Sovietica, che vinse dieci delle prime undici edizioni della kermesse tra il 1949 e il 1979, e alla Russia dal 1997 al 2001). Sarebbe un numero antologico, che mette i brividi al solo pensiero e che è indubbiamente di ardua realizzazione. Difficile, non impossibile. Perché questa Italia sembra avere ritrovato la fiducia che aveva perso in Giappone e perché questa Serbia, bronzo a Tokyo, sembra poter concedere qualcosina.

Entrambe le squadre si presentano da imbattute all’atto conclusivo, con otto vittorie all’attivo. Dopo aver dominato il proprio raggruppamento, le azzurre hanno saputo eliminare nell’ordine Belgio (3-1), Russia (3-0 da brividi) e Olanda (3-1 con i primi due set dominati). Le balcaniche, invece, si sono imposte nella fase a gironi e poi hanno regolato Ungheria (3-0) e Francia (3-1 cedendo il primo set) prima di un’epocale semifinale contro la Turchia (3-1, primi tre set tutti col minimo scarto e col rischio di finire sotto 0-2). L’Italia ci deve provare con le sue armi: muro-difesa, servizio e attacco. Con la consapevolezza che per vincere non si devono commettere troppi errori, che bisogna avere pazienza, che non bisogna crollare quando ci si trova sotto anche per un solo punto e che bisognerà arginare una fuoriclasse del calibro di Tijana Boskovic.

L’opposto ha messo a segno 39 punti contro la Turchia e da tre stagioni si contende con Paola Egonu la palma di migliore giocatrice al mondo. La sfida delle Olimpiadi è stata a senso unico, la speranza è che questa volta la nostra fuoriclasse riesca a tenere il passo dell’avversaria e a trascinare la Nazionale come ha dimostrato di poter fare in diverse circostanze. I potenti attacchi della fuoriclasse veneta sono imprescindibili per la buona riuscita dell’impresa, dovrà alzare l’asticella rispetto a quanto visto contro l’Olanda e proporre un gioco privo di grandi errori e soprattutto molto continuo contro delle avversarie che non mollano nulla in difesa e a muro: mettere a terra il pallone sarà decisamente difficile, sarà cruciale non spazientirsi e continuare a riprovare colpo su colpo.

Boskovic ripeterà il partitone visto ieri pomeriggio? Per evitarlo andrà arginata a muro e ci si affiderà al lavoro del libero Monica De Gennaro, con Elena Pietrini e Miriam Sylla chiamate a un grande lavoro. Le due schiacciatrici avranno anche questo oneroso compito, oltre all’obbligo di attaccare e trovare i giusti varchi. La capitana ieri ha saltato il quarto set per un problemino fisico, la speranza è che non sia nulla di grave e che oggi possa tranquillamente essere in campo. Le centrali Anna Danesi (ieri straripante) e Cristina Chirichella completano la formazione insieme alla palleggiatrice Alessia Orro, la quale sarà chiamata a un arduo scontro diretto con Magja Ognjenovic.

La regista è spesso l’arma in più della Serbia insieme a Boskovic ed è in grado di esaltare tutte le altre compagne di squadra: le schiacciatrici Katarina Lazovic, Bianka Busa e Bojana Milenkovic vanno prese con le pinze; attenzione ai muri delle centrali Mina Popovic e Milena Rasic; da non sottovalutare il libero Silvija Popovic. Entrambe le contendenti sono già qualificate ai Mondiali 2022, attenzione anche al montepremi: in palio mezzo milione di euro per chi riuscirà a fare festa sotto il cielo di Belgrado, l’Italia vuole fare piangere una Nazione intera.

Foto: CEV

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