Pallavolo
Volley, l’Italia del riscatto e che sfata tabù. Risveglio da Campionesse d’Europa, un trionfo corale
L’Italia si è svegliata da Campionessa d’Europa, lo fa per la seconda volta in questa pazzesca estate dopo l’impresa dei ragazzi di Mancini a Wembley, ci riesce nel volley a dodici anni di distanza dall’ultimo sigillo. Il terzo trionfo continentale nella storia della pallavolo tricolore al femminile arriva dopo il flop delle Olimpiadi di Tokyo 2020: a un mese scarso di distanza dalla dolorosa eliminazione ai quarti per mano della Serbia, senza praticamente riuscire a giocare, la Nazionale risorge e mostra tutto il suo acclarato talento. Questo giovane gruppo, già argento ai Mondiali 2018 e bronzo agli ultimi Europei, riesce a mettere le mani sul suo primo titolo internazionale e non è un sigillo banale perché conquistato da imbattute, sconfiggendo la Serbia a casa sua, annichilendo quella che era una bestia nera e tra l’altro davanti a 20.565 spettatori.
Le azzurre non avevano digerito le tante critiche ricevute dopo il fallimento in Giappone, si sono sentite attaccate sotto ogni punto di vista e sono state brave a reagire con caparbietà. Tutto è funzionato dal punto di vista tecnico, confezionando una prestazione da manuale contro la Russia, regolando l’Olanda con tenacia e poi sbaragliando le Campionesse del Mondo in un crescendo rossiniano memorabile.
Si tratta di un primo passo verso i Mondiali 2022 e soprattutto verso le Olimpiadi di Parigi 2024 dove si andrà a caccia della redenzione. Paola Egonu è stata trascinante e dinamitarda, meritato MVP dell’evento e vera protagonista, ma non è stata dominante. E questo è un bene: l’opposto ha fatto la differenza, ma non è stata l’unica bocca da fuoco in un gioco azzurro decisamente variegato e convincente. La stella ha vinto lo scontro diretto con Tijana Boskovic, l’eterna sfida che vale la palma di migliore giocatrice del Pianeta: un testa a testa in cui si è imposta non soltanto con i freddi numeri, ma per l’incisività e la capacità di risultare ficcante quando contava.
L’Italia non è stata Egonu dipendente e questo per merito delle due registe. Alessia Orro ha avuto più spazio di Ofelia Malinov, entrambe sono state brave a variare il gioco e a mandare in confusione le avversarie con questa impostazione. Elena Pietrini ha disputato un Europeo memorabile ed è entrata in una nuova dimensione tecnica, si è ripresa il suo posto e rappresenta presente e futuro di questa Nazionale capitanata da una splendida Miriam Sylla. Si era infortunata in amichevole prima delle Olimpiadi e ha stretto i denti, proprio come ieri dopo il problema avuto in semifinale: una tigre dalla grinta infinita, che in finale ha sciorinato una prova a tutto tondo, riscattandosi delle tante critiche ricevute, soprattutto dovute alla ricezione. Monica De Gennaro è la veterana e l’anima tecnica di un gruppo titolare completato dalle centrali Anna Danesi e Cristina Chirichella: la bresciana ha stampato muri a raffica e in semifinale era stata sontuosa, la campana si è vista privata del ruolo di capitana all’inizio dell’estate ma ha reagito con grande professionalità. Una vittoria che appartiene anche a Caterina Bosetti e Sarah Fahr, due pedine saltate per infortunio ma risultate determinanti nelle dinamiche del gruppo, alternative che sono venute meno e che hanno costretto il CT Davide Mazzanti a fissare un sestetto senza troppe variazioni. Sicurezze e garanzie che hanno aiutato verso l’apoteosi. Si può tornare col sorriso alla vita di club, pensando già alla prossima estate con i Mondiali, dove si proverà a migliorare l’argento dell’ultima edizione. E le Olimpiadi sono quasi dietro l’angolo…
Foto: CEV