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Volley, l’Italia si riscopre stupenda: è nata un nuova era, il futuro è azzurro. Il talento di una squadra e la semifinale europea

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L’Italia si è riscoperta bella, tonica, pimpante, divertente, emozionante. Come non accadeva da un po’ di tempo. La nostra Nazionale di volley maschile si ringiovanisce, cambia pelle, si rinnova e si restaura. Un nuovo gruppo si plasma e si forma, tra tante incertezze ma in mezzo all’entusiasmo generale. C’erano tante incognite alla vigilia degli Europei, c’era il timore per l’apertura del ciclo verde e il rischio di faticare ad arrivare ai massimi livelli era estremamente concreto. Invece il CT Fefé De Giorgi, con grande garbo e con notevole acume tattico-tecnico, ha saputo puntellare la squadra: poche idee (la qualità prima della quantità), ma chiare e ben precise, da applicare costantemente; una pallavolo fluida e genuina, con meccanismi incredibilmente già rodati e impressi nelle mente dei giocatori (nonostante i pochi giorni avuti a disposizione per stare insieme prima della manifestazione); ma soprattutto tanta voglia di fare, di emergere, di imporre il proprio gioco.

La fame di questa Nazionale è immensa e quanto visto fino a questo momento è stato decisamente strepitoso, ben oltre le più rosee aspettative. Raggiungere la semifinale degli Europei da imbattuti e con sette vittorie all’attivo (lasciando per strada soltanto due set), battendo tra le altre formazioni comunque quotate come Slovenia (altra semifinalista e argento continentale due anni fa), Bulgaria e Germania (oltre alla Repubblica Ceca, giustiziera della Francia), è semplicemente notevole. L’Italia è tornata tra le quattro grandi del Vecchio Continente dopo addirittura sei anni dall’ultima volta (si concluse con un bronzo): c’era bisogno di un nuovo gruppo, con tanti stimoli, per conquistare nuovamente quello spazio che compete a una scuola di grande tradizione come quella del Bel Paese.

Fino a due anni fa, prima che esplodesse la pandemia, sembravano in crisi di schiacciatori ed eravamo estremamente preoccupati per quello che sarebbe successo dopo l’addio di Osmany Juantorena. Bene, ora ci coccoliamo un talento cristallino come Alessandro Michieletto (che ha avuto il passaggio di consegne con la Pantera) e un martello di qualità in entrambi i fondamentali di riferimento come Daniele Lavia. Alle loro spalle ci sono poi altri elementi notevoli come Francesco Recine, Mattia Bottolo, Oreste Cavuto. Sono tutti accomunati dalla giovane età: potrebbe essersi aperta un’era. Non abbiamo l’opposto di razza che assicura la consueta vagonata di punti, ma Giulio Pinali è valido ed è sempre presente: ha bisogno di giocare, di ingranare, di comprendere il livello in cui si è trovato catapultato (va detto che Ivan Zaytsev tornerà nel 2021).

Simone Giannelli è uno dei migliori palleggiatori al mondo, sta interpretando benissimo il ruolo di capitano, sfrutta tutte le bocche da fuoco a disposizione e con una regia variegata manda in crisi chiunque. Il centrale Gianluca Galassi è una delle scoperte più belle di questa stagione: non era particolarmente atteso e invece ha strabiliato alle Olimpiadi e agli Europei sta giocando in maniera decisamente autorevole. I ricambi tra i centrali sono innumerevoli, ma non si può fare a meno di un pilastro come Simone Anzani: vero veterano, collante del gruppo, uomo spogliatoio e con una grinta decisamente sopra la norma, senza dimenticarsi delle doti a muro. Fabio Balaso ha preso la scomoda eredità di Max Colaci, ma il libero sta tenendo sempre botta con grande continuità.

L’Italia prosegue la sua cavalcata e il futuro sembra roseo. Ma non ci si ferma qui: sabato 18 settembre (ore 21.00) ci aspetta la Serbia in una semifinale rovente. Gli azzurri incrociano i Campioni d’Europa e vogliono continuare a sognare in grande. Riuscirà lo sgambetto agli slavi detentori del trofeo come hanno fatto le ragazze un paio di settimane fa nell’atto conclusivo della competizione? Mal che vada ci sarà la finalina per il terzo posto contro la perdente di Polonia-Slovenia, ma l’appetito vien mangiando…

Foto: CEV

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