Ciclismo
Vuelta a España, Fabio Aru chiude la carriera con la cronometro. Il saluto del Cavaliere dei Quattro Mori
Fabio Aru si appresta a vivere la sua ultima giornata da ciclista professionista. A concludere la carriera del sardo sarà una cronometro individuale, la prova contro il tempo che chiuderà la Vuelta a España 2021. Saranno i 33,8 km da Padron a Santiago de Compostela a segnare il termine dell’avventura in sella del ribattezzato Cavaliere dei Quattro Mori.
Ha provato a lasciare il segno in terra iberica: è rimasto in classifica nella prima parte di corsa, poi ha riscontrato qualche piccolo problema fisico ed è uscito dalla graduatoria, salvo poi andare in fuga per provare a graffiare. Non è riuscita l’impresa di vincere una tappa al 31enne, che domani si cimenterà nell’esercizio solitario contro le lancette prima di togliere il caschetto e appenderlo al chiodo. Fabio Aru dà il suo personalissimo addio, lo fa in maniera toccante e commovente, sostenuto dall’affetto di tifosi e ammiratori, mai mancato anche nelle ultime stagioni dove i grandi risultati non sono arrivati per diversi motivi.
Vincitore della Vuelta di Spagna 2015, due volte sul podio al Giro d’Italia (secondo nel 2015, terzo nel 2014), quinto al Tour de France 2017 dove indossò anche la maglia gialla e vinse una meravigliosa tappa in montagna. Questo il palmares del nativo di San Gavino Monreale, la cui ultima affermazione risale al 5 luglio 2017, quando con la maglia tricolore di Campione d’Italia si impose a La Planche des Belles Filles alla Grande Boucle, mettendo addirittura paura a Chris Froome. Fabio Aru ha detto basta dopo i tre anni complicati alla UAE Emirates e l’approdo al Team Qhubeka nel 2021, dove ha ritrovato quel sorriso e quella tranquillità che aveva ormai smarrito.
Al momento occupa il 52mo posto in classifica generale con un ritardo di 2 ore, 44 minuti e 49 secondi dallo sloveno Primoz Roglic: chiuderà dunque attorno alla cinquantesima posizione nella corsa a tappa che ha tanto amato e in cui ha trionfato sei anni fa. In questa annata era anche riuscito a mostrare un paio di segnali confortanti, col secondo posto in classifica generale alla Vuelta a Burgos e al Sibiu Tour. Ora le priorità sono altre, la vita privata avrà tutta l’attenzione di un ciclista che avrà forse raccolto meno di quanto il suo potenziale meritasse ma che ha entusiasmato nei suoi migliori anni.
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