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America’s Cup, equipaggi ridotti per la prossima edizione? Meno persone a bordo e le ipotesi di regolamento

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Sono giornate febbrili per la America’s Cup. Ben Ainslie ha presentato Ineos Britannia, il sodalizio britannico che potrà fare affidamento sul supporto di Mercedes e su alcune grandi stelle della scuderia di F1. Contestualmente si sta parlando del possibile rientro di Alinghi col sostegno di Red Bull, grande avversaria di Mercedes in Formula Uno (e si vocifera anche riguardo a una possibile collaborazione tra Luna Rossa e Ferrari).

Nel frattempo Team New Zealand sta decidendo dove e quando disputare la prossima edizione della competizione sportiva più antica al mondo: ormai il quesito sulla sede dell’evento sta diventando logorante e i detentori della Vecchia Brocca stanno vagliando le possibilità sul tavolo (Cork, Valencia/Barcellona, Jeddah e una difficile permanenza ad Auckland).

Non va però dimenticato che i Kiwi, insieme a Ineos Britannia (in qualità di Challenger of Record), stanno stilando il regolamento della competizione. Si gareggerà ancora con gli AC75 volanti visti durante lo scorso inverno, ma ci saranno alcune variazioni tecniche (più o meno grandi, è tutto da capire e dovremmo saperne qualcosa in più entro il 17 novembre, se questa volta New Zealand rispetterà la data imposta).

Ci potrebbero essere delle variazioni sulla composizione dell’equipaggio, proprio come ha anticipato qualche giorno fa Max Sirena, skipper di Luna Rossa, in una dichiarazione concessa alla Gazzetta dello Sport: “La barca resterà sostanzialmente la stessa, volante, ma magari l’equipaggio si riduce di 2 o 3 unità e da 11 si passa a 8, quindi vorrebbe dire un cambiamento significativo. Stesso discorso sul progetto. Noi abbiamo il design team sostanzialmente definito, ma fino a quando i neozelandesi non si decidono a comunicare le novità è inutile a mettersi a lavorare”. Chiaramente una riduzione degli uomini a bordo, pensata per le ormai abituali questioni finanziarie, muterebbe in maniera importante la competizione. Ne sapremo di più, si spera, tra un mese e mezzo.

Foto: ACE Studio Borlenghi America’s Cup Press

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