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ATP Anversa 2021: Jannik Sinner e Diego Schwartzman, i due volti diversi in scena nella finale in Belgio

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Jannik Sinner e Diego Schwartzman sono considerati come due personaggi che più diversi sarebbero impossibili da immaginare, perlomeno su un campo da tennis. Sono loro, prime due teste di serie dell’ATP 250 di Anversa, a confermare i pronostici e a trovarsi in finale in terra belga: per entrambi percorso immacolato in termini di set vinti.

L’altoatesino arriva da vittorie su Lorenzo Musetti (7-5 6-2), sul francese Arthur Rinderknech (6-4 6-2) e sul sudafricano Lloyd Harris (6-2 6-2). L’argentino, invece, si è dovuto liberare dello scozzese Andy Murray per 6-4 7-6(6) e dei due americani Brandon Nakashima per 6-4 6-2 e Jenson Brooksby per 6-4 6-0.

Nessun precedente tra i due, con Sinner che cerca il quinto titolo in carriera alla sesta finale giocata, a poco più di vent’anni. Schwartzman è anch’egli alla ricerca del quinto successo, ma di finali ne ha perse sette. In particolare è la sua terza proprio ad Anversa, dove fu sconfitto nel 2016 dal francese Richard Gasquet e nel 2017 dal connazionale di quest’ultimo Jo-Wilfried Tsonga.

Due personaggi diversi, si diceva: lanciato verso le zone alte del ranking ATP l’italiano, che possiede colpi di grandissima potenza da fondo e che sta costruendo il suo tennis, stabile vicino ai top ten (dai quali è uscito, ma che può sempre riprendersi) l’argentino, dotato di grande solidità e che sulla capacità di trasformare i punti da difensivi in offensivi ha costruito una carriera. Da non sottovalutare due dati: risposta e seconda di servizio, dati nei quali era il migliore su tutto il circuito maschile nel 2017 e che sono rimasti suoi marchi di fabbrica.

Per i due ci sarà anche un futuro comune, dal momento che si recheranno subito a Vienna per giocare il torneo ATP 500 della capitale austriaca. Sinner sarà atteso dall’americano Reilly Opelka, Schwartzman da Fabio Fognini. Prima, però, la caccia al trofeo belga. Può essere la fine di un lungo inseguimento per il sudamericano, ma anche un altro tassello per l’azzurro verso quella caccia a Torino che ormai non può più essere nascosta.

Foto: LaPresse

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