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Basket femminile: WNBA 2021, titolo alle Chicago Sky. Phoenix Mercury sconfitte 3-1 in finale

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Allie Quigley, Candace Parker, Courtney Vandersloot e soprattutto Kahleah Cooper. La fiammata finale di gara-4, e del resto un po’ tutta la stagione delle Chicago Sky, porta i loro nomi, quelli di una prima volta da campionesse WNBA che alla Wintrust Arena arriva sotto forma di 80-74. E dire che il punteggio, fino ai dintorni della metà dell’ultimo quarto, diceva 63-72 Phoenix Mercury, incapaci di contenere l’ultimo, decisivo affondo delle padrone di casa, che si issano a un punto che, dalla nascita datata 2006, avevano sfiorato un’unica volta, nel 2014. Il fatto che avessero dovuto cedere il passo alle Mercury per 0-3 aggiunge tanto a questa sfida, che sa di rivincita.

E dire che sembrava quasi la solita stagione vissuta negli ultimi anni dopo i fasti di metà decennio spesso traditi dalla postseason: sesto posto in stagione regolare, necessità di passare attraverso le forche caudine che sono i primi due turni di playoff, in gara secca. Dallas Wings e Minnesota Lynx, però, si sono dovute arrendere, e così anche le Connecticut Sun, le migliori della regular season (26-6, contro il 16-16 delle Sky) in una semifinale terminata 3-1.

Dall’altra parte del tabellone, anche le Phoenix Mercury stavano trovando lo stesso percorso. Più difficili, però, le situazioni: vittoria di un punto sulle New York Liberty, all’overtime sulle Seattle Storm e 3-2 sulle Las Vegas Aces, che avevano raccolto la seconda posizione durante le partite di un’annata che era stata spezzata a metà dalle Olimpiadi, come accade in ogni anno nel quale la rassegna a cinque cerchi si disputa.

In finale le Sky hanno subito espugnato il Footprint Center per 77-91, con 21 punti e 10 assist di Kahleah Cooper (poi nominata MVP delle Finals), salvo poi cedere al recupero delle Mercury in gara-2 con annessa vittoria all’overtime per 91-86 e 29 punti di Brittney Griner. Poderosa la vittoria in gara-3 di Chicago, un 86-50 chiarissimo su tutta la linea con 22 punti di Cooper. Siccome Quigley non sbaglia mai le partite decisive, ecco che sono stati i suoi 26 a risultare importantissimi in gara-4, prima degli attimi decisivi interpretati perfettamente da Stefanie Dolson, autrice degli ultimi quattro punti casalinghi.

In tutto questo la costante è sempre stata Vandersloot, autrice di 11, 14, 10 e 15 assist nelle quattro sfide di finale, anche se il picco l’aveva toccato a quota 18 in gara-1 di semifinale. Dall’altra parte neanche una Griner formato deluxe e i colpi di coda tanto di Diana Taurasi quanto di Skylar Diggins-Smith sono risultati sufficienti.

La stagione verrà ricordata anche per il debutto della Commissioner’s Cup, giocata basandosi, molto in sintesi, su 10 partite di stagione regolare per squadra all’interno della stagione regolare. Le leader, in queste gare designate, delle due conference hanno così giocato un match osservato molto da vicino anche dalla NBA, che vorrebbe costruire qualcosa di simile nel prossimo futuro. In quel caso le Seattle Storm avevano scoonfitto le Connecticut Sun per 79-57 con Breanna Stewart MVP.

Questo il roster delle campionesse: Lexie Brown, Kahleah Copper, Diamond DeShields, Stefanie Dolson, Dana Evans, Ruthy Hebard, Astou Ndour-Fall, Candace Parker, Allie Quigley, Azurá Stevens, Courtney Vandersloot

Foto: LaPresse

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