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Biathlon, Dorothea Wierer: “Non so se sarà il mio ultimo anno. L’oro olimpico è tutto”

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A 31 anni Dorothea Wierer si appresta a vivere una delle stagioni cruciali della sua carriera. E non è detto che sia l’ultima, come si poteva presagire sino a qualche mese fa. La bacheca è zeppa di trofei: due sfere di cristallo assolute, quattro di specialità, ben tre ori individuali ai Mondiali. Comunque vada, la fuoriclasse di Rasun verrà ricordata come una leggenda del biathlon, non solo italiano. E’ chiaro che resta un ultimo, grande traguardo da raggiungere: quel trono di Olympia che rappresenterebbe l’ideale chiusura di un cerchio. Per questo il mirino è già fissato sugli imminenti Giochi di Pechino 2022. Dorothea arriverà in Cina motivata più che mai, ma al tempo stesso con la leggerezza di chi non ha più nulla da dimostrare.

Cosa rappresenta per te l’oro olimpico?
Tutto, credo. Nella vita d’atleta è il massimo che puoi raggiungere. Però comunque è sempre solo sport! (ride, ndr)“.

Quella che sta per iniziare sarà la tua ultima stagione, oppure, dopo aver iniziato ad Oberhof, vorresti chiudere sempre nella località tedesca con i Mondiali del 2023?
E’ difficile dirlo perché non ci penso ancora, non vorrei perdermi troppo nel pensiero del ‘magari questa è l’ultima stagione, cavolo, adesso poi cosa faccio’. Non lo so ancora. Credo che sarà importante come andrà questa stagione: se vedo che posso ancora crescere e se ho ancora la possibilità di vincere. Magari quest’anno non riesco neanche a salire sul podio e allora dico ‘cavolo, non ne posso più’. Quindi dipende tanto dalle motivazioni, come gruppo, eccetera: si vedrà“.

In Coppa del Mondo darai uno sguardo alla classifica generale, oppure la vivrai come un avvicinamento per preparare al meglio le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022?
Questo è sempre difficile dirlo, perché ci sono due sport: il tiro e lo sci di fondo. Quindi non credo che puoi proprio preparare le Olimpiadi saltando delle gare. A noi le gare penso che facciano molto bene, perché entri in quel ritmo che in allenamento non trovi, hai l’adrenalina. Puoi saltare 2-3 gare, ma di più non avrebbe senso. Io punto gli occhi non sulla Coppa del Mondo, perché è molto difficile vincerla (ride, ndr), ma voglio comunque confermarmi tra le prime. E’ sempre una bella cosa“.

Nella passata stagione possiamo dire che tu abbia patito più di altre la situazione legata alla pandemia? 
No, l’anno scorso credo che il mio problema sia stato che quando il mio fisico mi diceva di riposare io non l’ho ascoltato. E quindi ho cercato di fare sempre più lavori e allenamenti, invece dovevo riposare. Ovviamente il problema era stato anche che non avevamo sciato a novembre come gli atleti del Nord e si è visto proprio a inizio stagione quanta differenza fa sciare o non sciare. E’ una cosa che abbiamo imparato, dobbiamo metterla via ormai: è stata un’esperienza diversa“.

I trionfi a raffica dell’Italia in questo 2021 ti daranno una carica ulteriore in vista dei prossimi obiettivi? 
Sicuramente vorresti copiarli: copia e incolla (ride, ndr)! Però non è così semplice. Sicuramente ci hanno dato tanta motivazione, tanto entusiasmo. E’ sempre bello quando vedi qualcuno che sale sul podio in qualsiasi sport“.

VIDEO: L’INTERVISTA A DOROTHEA WIERER

Foto: Lapresse

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