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Biathlon, l’ex fondista Stina Nilsson può stupire: dalla Svezia arrivano segnali incoraggianti

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In pochi non sono rimasti sorpresi quando a marzo 2020 Stina Nilsson, una delle più forti fondiste svedesi di sempre, ha annunciato il suo imminente passaggio al biathlon all’alba dei 27 anni. La campionessa olimpica di PyeongChang nella gara sprint ha trascorso gli ultimi 18 mesi dedicando anima e corpo ad una disciplina per lei inedita, spinta dal desiderio di “provare qualcosa di nuovo”, come ha dichiarato in una recente intervista.

Si è appassionata al biathlon guardando le gare in televisione, rimanendone affascinata, tanto da decidere di mollare lo sci di fondo che tante soddisfazioni le ha dato in carriera (5 medaglie olimpiche, 2 ori e 5 argenti mondiali, 31 podi in Coppa del Mondo di cui 15 vittorie) per tuffarsi in un’avventura stimolante e certo non priva di incognite.

Dopo mesi di duro allenamento, e qualche apparizione in IBU Cup, esordisce in Coppa del Mondo il 19 marzo 2021 sulle nevi di casa di Östersund, piazzandosi 26ma nella sprint, in piena zona punti, e migliorandosi il giorno dopo con il 22° posto nell’inseguimento. Un ottimo biglietto da visita, impreziosito dall’essere stata la terza svedese in classifica in entrambe le gare ed aver battuto per due volte la ben più quotata paladina di casa Hanna Oberg.

Indicazioni promettenti sono arrivate anche quest’estate sugli ski roll: ai Campionati Estivi Svedesi di Sollefteå ha vinto in scioltezza il titolo nazionale sprint con un rapido 5 su 5 nella sessione di tiro in piedi, tenendosi dietro rivali molto più navigate nella disciplina e dimostrando che il percorso di crescita intrapreso è nel pieno del suo sviluppo.

Sarà motivo di grande interesse seguire Stina Nilsson nella prossima stagione di Coppa del Mondo, ed è verosimile immaginare che la 28enne originaria di Malung riesca a ritagliarsi lo spazio per qualche gara individuale anche alle Olimpiadi. Il team svedese sta vivendo il suo periodo più roseo dai tempi di Magdalena Forsberg in campo femminile, ed arriverà a Pechino con le carte in regola per provare a far saltare il banco in ogni gara.

Inoltre, se i progressi di Stina troveranno conferma in Coppa del Mondo, l’ex fondista ipotecherebbe il posto in squadra nelle staffette, con buona pace di Mona Brorsson, altalenante ed a tratti opaca nella passata stagione, mentre Linn Persson, Hanna Oeberg e la sorellina Elvira sono apparentemente inamovibili dalle gerarchie dei tecnici svedesi.

Il biathlon è uno sport faticoso, soprattutto dal punto di vista mentale, e l’abitudine di Stina a lottare per obiettivi importanti ad altissimi livelli è sicuramente un valore aggiunto. Non solo per l’atleta, ma anche per il gruppo, a maggior ragione quando questo potenziale viene coltivato all’interno di una squadra giovane, con tanto talento, a cui manca solo il definitivo salto di qualità per provare a rovesciare lo strapotere della Norvegia in campo femminile.

Intanto pare che nel team svedese l’armonia regni sovrana, la preparazione prosegua spedita ed i tecnici siano molto fiduciosi per la prossima stagione. Ne hanno ben donde.

Foto: LaPresse

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