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Ciclismo, Davide Cassani: “Mi do un 7 da ct. Non tornerò a fare il commentatore alla RAI”

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Mancava solo il nero su bianco, ma ora è tutto ufficiale: Davide Cassani non è più il CT della Nazionale italiana di ciclismo. Si chiude una intensa pagina lunga 8 anni per l’ex ciclista professionista romagnolo che ora, tagliato il traguardo dei 60 anni, può analizzare dal di fuori la situazione e raccontare il suo punto di vista su quanto è successo negli ultimi mesi.

“Sono sereno – esordisce in una lunga intervista alla Gazzetta di Modena, Reggio e Nuova Ferrari – Semplicemente sereno, perchè adesso l’orizzonte è più chiaro. Alla base del mio “no” alla proposta della Fci non c’è nessun dissapore. Con Dagnoni ci siamo lasciati bene, da persone consapevoli che le nostre strade, a questo punto, si sarebbero dovute dividere. Non mi ci vedevo proprio dietro ad una scrivania, con mansioni che mi avrebbero allontanato dal ciclismo agonistico, quello che amo e amerò sempre”.

Questa estate si sono versati fiumi di inchiostro sulla sua partenza anticipata da Tokyo ma, a quanto rivela Cassani, la motivazione è semplice: “Sono stato fatto rientrare in Italia a causa delle restrizioni legate al Covid-19, adottate in maniera molto rigida in Giappone. Lo si sapeva già alla partenza dall’Italia, però ci sono rimasto male e mi sono dovuto accontentare di seguire il trionfo del quartetto dell’inseguimento alla tv”. In quel momento si scriveva che il divorzio fosse già stato ufficializzato. “… ma non lo era. Sono state scritte e dette cose non vere. Quando il presidente Dagnoni è rientrato a sua volta in Italia ci siamo incontrati ed è stato precisato che io sarei rimasto nel mio ruolo fino ai Mondiali di Leuven”.

L’esperienza da commissario tecnico si è conclusa con 7 medaglie d’oro, 4 d’argento e altre 6 di bronzo. Qual è il voto che si dà Davide Cassani? “Mi darei un bel 7. Un voto che mi piace immensamente dato che a scuola prendevo tutti 6, non ero affatto uno studente modello. A parte gli scherzi, come potrei non essere soddisfatto? Specialmente in questo meraviglioso 2021, che ha visto un’onda lunga che ci ha portato fino al trionfo nella Parigi-Roubaix con Sonny Colbrelli, il ciclista che, con me, ha vestito più maglie azzurre”.

Alla nostra compagine, in fin dei conti, è mancata la vittoria nella prova su strada. “Ci siamo andati vicino con Trentin e, oggettivamente, non è certo facile vincere con la concorrenza che c’è in giro, tra i vari Van Aert, Evenepoel, Pogacar e Roglic. Inoltre la sfortuna ha spesso avuto un ruolo fondamentale. Senza la caduta in discesa, per esempio, Nibali avrebbe vinto le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e, tornando ai Mondiali 2021, Ballerin e Trentin potevano centrare il podio, ma anche loro sono finiti a terra…”.

Quali potrebbero essere, quindi, i possibili successori di Davide Cassani nel ruolo di CT?” Il primo nome che mi viene in mente è Giuseppe Martinelli, tecnico stimato e di esperienza. Tra i “giovani” vedrei bene Daniele Bennati, un ragazzo d’oro, preparato e autorevole”. A livello di futuro personale, invece, il nativo di Faenza ha le idee chiare: “Non ho una dead-line per decidere sul da farsi, resto in attesa, in paziente attesa. Ho molti contatti, ma desidero rimanere nel ciclismo attivo. Manager di una squadra World Tour? Mi piacerebbe molto, magari in una compagine italiana se rientrasse. In tv? Mi sono divertito nel 2021 a seguire il Giro in moto, ma non sarò mai più un commentatore tecnico come ho fatto per 18 anni in Rai”.

Foto: Lapresse

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