Ciclismo

Giuseppe Martinelli: “Spero Nibali resti con noi 2-3 anni. Moscon deve dare una svolta. Crediamo in Lopez”

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Beppe Martinelli, Martino per gli amici e colleghi, in carriera ha diretto tra gli altri Marco Pantani, Stefano Garzelli, Gilberto Simoni, Damiano Cunego, Fabio Aru e Vincenzo Nibali, e proprio quest’ultimo ritroverà la prossima stagione nel team kazako, squadra con cui terminerà la sua gloriosa carriera: “Mi piacerebbe che Nibali chiudesse la carriera con me. Se ci fosse la possibilità di prenderlo, ci proverei” raccontava Martinelli a marzo. Il tecnico bresciano dell’Astana in ammiraglia ha vinto nove grandi giri e nel complesso – compresa l’attività agonistica , è nell’ambiente da una cinquantina d’anni.

Beppe come stai?

“Tutto bene, pronto per la prossima stagione.” 

Tu e Vincenzo ancora una volta insieme…

“Ritrovarlo a Montecatini è stato come tornare indietro negli anni. La prima volta che è entrato in squadra è stato proprio nella città termale, anni fa. E’ molto gratificante e sono felice di avere Vincenzo ancora una volta con me. Su di lui non ho mai avuto dubbi, a differenza di molti, e sono certo che farà ancora qualcosa.”

Quando è nata l’idea?

“Alla Tirreno-Adriatico. E’ lì che è nato un po’ tutto per scherzo inizialmente…ma anche a Vincenzo è subito sembrata una buona idea.”

In gruppo tornerà anche Miguel Angel Lòpez dopo una stagione travagliata alla Movistar… 

“Lo scorso anno è andato via a malincuore, per una questione di budget. Lòpez è sempre stato in contatto con noi essendosi trovato molto bene. E’ tornato ma è come se non fosse mai andato via. Mi aspetto che Miguel sia maturato e spero che si possa puntare ad un podio in un Grande Giro, ha le potenzialità e i valori per poterlo fare, ma non abbiamo ancora deciso su quale puntare anche se un podio al Tour è un po’ più difficile rispetto ad un Giro o Vuelta.” 

Sei uno dei tecnici più esperti e vincenti in gruppo. Cosa ti manca per chiudere il cerchio?

“C’è sempre qualcosa da imparare. Negli anni mi sono dovuto adattare ai tempi moderni ma nonostante tutto non mi è ancora passata la voglia di vincere. E’ un lavoro che amo e spero di avere ancora per molti anni questa voglia.” 

Tra i possibili nuovi C.t si era fatto anche il tuo nome. Ti sarebbe piaciuto essere alla guida dell’ammiraglia azzurra?

“Sì, l’ho sempre detto ma mai nessuno della Federazione mi ha chiesto qualcosa.”

C’è un corridore che avresti voluto dirigere?

“Giulio Ciccone.” 

Hai attraversato diverse generazioni, ora ce n’è una che si sta affermando giovanissima…

“I giovani di oggi stanno dando tantissimo a questo sport, senza nulla togliere alle altre generazioni. Questi ragazzini stanno cambiando lo stile delle gare monopolizzando il ciclismo. Per questo motivo occorre cambiare un po’ tutti perché naturalmente le corse in cui ci sono questi campioni si decideranno sempre prima, si va forte sin dall’inizio. Grazie a questi giovani però stiamo avendo molto risalto e se la scia continuerà ad essere questa il ciclismo tornerà ad essere uno sport da prima pagina.” 

Cosa cambieresti del ciclismo di oggi?

“Cambierei l’idea del ciclismo in Italia. Sembra sempre sport di fatica, sacrificio e poco guadagno, ma non è solo questo. Anzi… E’ uno sport che al nostro Paese sta dando molto. Mi piacerebbe che le persone iniziassero a pensare che il ciclismo non è più doping, ma uno sport bellissimo e senza consumi, quindi green.” 

Quella del prossimo anno sarà un’Astana molto italiana: dai fratelli Nibali a Moscon, passando per Battistella, Conti e non solo…

“E’ una bella responsabilità perché molti di loro devono cambiare la loro carriera, con il bisogno di trovare un’apertura verso quello che sarà il loro futuro. Grazie a Vino (Aleksandr Vinokurov ndr) abbiamo sempre avuto in squadra un’anima italiana e questo penso sia uno dei nostri punti di forza.” 

Sarà l’ultimo anno per Nibali o avete stabilito un’opzione anche per il 2023?

“Vincenzo ha firmato un anno. Io spero che cambi idea, e sulla base di come andrà quest’anno, prolungare di uno o due anni.” 

Gianni Moscon sinora ha raccolto troppo poco in relazione al suo talento. Sarà la vostra punta per le Classiche?

“Sicuramente sì, ne abbiamo già parlato. Moscon deve dare una svolta alla sua carriera e quindi in molte gare, soprattutto in quelle di un giorno, sarà il capitano. Noi crediamo molto in lui.” 

Andrea Piccolo invece che problemi ha avuto?

“Ha avuto problemi di salute ad inizio stagione, ma lo abbiamo aiutato nel migliore dei modi fino a risolvere il tutto. L’abbiamo supportato ma ha preferito cambiare squadra, probabilmente non sentiva di essere nel posto giusto. Gli auguro tutto il meglio per il suo futuro.” 

Il tuo sogno per il 2022?

“Lottare in una Classica che ho nel cuore: la Milano-Sanremo. Essere alla Classicissima è sempre una grande emozione, mi piacerebbe essere competitivo e perché no anche vincerla…” 

E quello da realizzare prima di andare in pensione?

“Tutti gli anni dico che potrebbe essere l’ultimo, ma non voglio pensare al giorno in cui scenderò definitivamente dall’ammiraglia. Lì in quel momento dovrò guardarmi indietro e ringraziare ogni singolo corridore. Per il momento non ci voglio pensare. Ho ancora molta fame di vittoria e il mio lavoro lo amo.” 

Foto: Olycom.com

 

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