Seguici su

Ciclismo

Ciclismo su pista, Letizia Paternoster e la fine del calvario: l’oro mondiale a Roubaix, una liberazione

Pubblicato

il

La fine di un incubo. Roubaix è stata terra di conquista per i colori azzurri e, dopo il pianto di gioia di Sonny Colbrelli trionfante nella Regina delle Classiche, il velodromo più famoso del mondo è stata l’occasione per scrivere ancora la storia con lacrime dolcissime.

E’ il caso di Letizia Paternoster, capace di aggiudicarsi l’oro mondiale nell’Eliminazione nel ciclismo su pista e di cancellare due stagioni con tanti problemi e sfortune. Un vero e proprio calvario quello vissuto dalla ragazza nativa di Cles. Il suo grande obiettivo erano le Olimpiadi di Tokyo, ma l’azzurra non ha potuto contare su una condizione come avrebbe voluto e dovuto.

Malasorte compagna di viaggio sgradita dal 2019 quando viene investita in allenamento, procurandosi la frattura dello scafoide sinistro e la rottura di un dente. Nel 2020 ci sono il lockdown, l’infortunio al ginocchio e la positività al Covid a completare un quadro estremamente sconfortante.

L’azzurra andava a caccia quindi di riscatto, ma i Giochi non le hanno riservato le soddisfazioni attese nel quartetto dell’inseguimento, nonostante il doppio record italiano, nell’Americana (in coppia con Elisa Balsamo vittima di una brutta caduta) e nell’Omnium (sostituita da Balsamo). Paternoster si è rimessa in sella sul finire d’agosto nel Simac Ladies Tour in Olanda, corsa a tappe del World Tour. Ma la ventiduenne della Trek-Segafredo è stata protagonista di una brutta caduta. Conclusione: nuovo stop ed Europei e Mondiali su strada visti in tv.

Serviva una sterzata e un primo segnale era arrivato con l’argento continentale nella rassegna di ciclismo su pista in Svizzera nell’Eliminazione. Il luogo per la resurrezione è stata la Francia. Nella stessa specialità che l’aveva vista salire sul secondo gradino europeo, l’azzurra ha sciorinato una prestazione da primattrice consumata e per la belga Lotte Kopecky, l’ultima a cedere, non c’è stato nulla da fare. Il pianto al termine della prova è l’ultimo capitolo di una storia a lieto fine.

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità